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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

'Ndrangheta in Toscana: fiumi di cocaina dal Sud America grazie a portuali compiacenti. Sequestrati 450 chili, 14 misure cautelari

Si tratta del filone toscano di una vasta operazione che in tutta Italia ha portato ad oltre cento misure cautelari, la droga arrivava dal Sud America

Maxi operazione antidroga, a partire dall'alba di questa mattina, condotta congiuntamente dalle squadre mobili di Firenze, Livorno, Milano e Reggio Calabria, a conclusione di oltre due anni di indagini da parte delle Direzioni distrettuali antimafia delle procure dei tre capoluoghi regionali.

Tra Livorno, Genova, Milano, Gioia Tauro e Lugano, in Svizzera, sono 104 le misure cautelari eseguite oggi. Sono invece 1.076 i chili di cocaina sequestrati nel corso delle indagini, che hanno fatto luce sui ruoli di quelli che sono ritenuti i responsabili di un ingente traffico di cocaina dal Sud America verso porti italiani, tra i quali quello toscano di Livorno.

Proprio a Livorno, come emerge dalle indagini, sarebbe stato determinante il ruolo di tre portuali, tutti e tre livornesi, che avrebbero avuto un ruolo determinante nel favorire l'accesso al porto dei container contenenti la cocaina, lo scarico degli stessi in posizioni nascoste e il ritiro del “carico”. Per un quarto livornese, accusato di fornire appartamenti come base logistica per presunti 'ndranghetisti, è stato disposto l'obbligo di dimora.

In Toscana in tutto sono 14 le misure cautelari chieste dalla procura – titolare dell'indagine il sostituto procuratore Eligio Paolini - e disposte dal gip Giampaolo Boninsegna: in 11, compresi i tre portuali, sono stati portati in carcere, due sono tuttora latitanti, per uno è scattato l'obbligo di dimora (il quarto livornese di cui sopra).

Tutti e 14 sono accusati di avere messo in piedi un'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina nonché alla fabbricazione di falsi documenti d'identità. Sono inoltre state denunciate altre 8 persone per il reato di favoreggiamento personale.

L'organizzazione criminale sarebbe inoltre stata aiutata da un dipendente del ministero dell'Interno, del commissariato di Legnano (provincia di Milano), che avrebbe fornito passaporti a tutti gli effetti veri, recanti la fototessera di alcuni latitanti del gruppo ma le anagrafiche di altre persone, così da poter essere utilizzati per spostarsi senza essere intercettati.

Le indagini sono iniziate ad inizio 2019, quando, su segnalazione degli inquirenti calabresi, la polizia, coordinata dalla Dda, ha iniziato a monitorare gli spostamenti di alcuni soggetti ritenuti affiliati alla 'ndrangheta, in particolare alla cosca dei Molè, nei pressi del porto di Livorno. Fondamentali per le indagini, oltre ai pedinamenti, sono risultate le intercettazioni telefoniche e quelle ambientali.

Sarebbe stato proprio grazie all'aiuto dei tre portuali che questi soggetti potevano “ispezionare” il porto e verificare i luoghi dove avrebbe dovuto arrivare la cocaina. Un mancato arrivo di un ingente carico di cocaina si sarebbe registrato nell'agosto del 2019 (lo stupefacente avrebbe dovuto essere nascosto in container pieni di crostacei).

Grossi carichi effettivi sono stati invece intercettati nel novembre dello stesso anno: il primo sequestro ha riguardato un carico da 430 chili di cocaina, suddivisi in altrettanti panetti da un chilo l'uno, per un valore stimato sul mercato illegale di oltre 20 milioni di euro. Erano nascosti in pannelli di legno, da qui il nome dell'operazione 'Madera Blanca' ('madera' in spagnolo significa legno). Sono poi seguiti altri sequestri.

Come detto, la maxi operazione odierna rappresenta la sintesi di tre distinte indagini antimafia condotte in Calabria, Lombardia e Toscana, con un totale di 104 misure cautelari eseguite. Nel corso delle varie indagini in tutto la cocaina sequestrata è stata complessivamente oltre una tonnellata, per la precisione mille e 76 chili.

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