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Cronaca

Natura: lumache a rischio estinzione, la Specola prova a salvarle

Con il progetto di studio e conservazione "Salviamo le chiocciole in Italia"

Si racconta che Katie Holmes (ex moglie di Tom Cruise e protagonista della serie televisiva Dawson's Creek) per preservare la sua bellezza ogni sera, prima di andare a dormire, applichi sul viso una crema a base di bava di lumaca. Si tratta di uno degli ultimi ingredienti offerti dalla natura che sono stati impiegati dall'industria estetica. In pochi però sanno che nelle campagne ci sono sempre meno le lumache, alcune specie sono a rischio estinzione.

Il museo di scienza naturale la Specola parteciperà a "Salviamo le chiocciole d'Italia", progetto di ricerca triennale per lo studio, la protezione e la conservazione di due specie di molluschi (volgarmente chiamate lumache) della Toscana a grave rischio di estinzione: la Melanopsis etrusca, presente nella sola Maremma, e la Xerosecta giustii, presente nella fascia ristretta delle Colline Metallifere grossetane. Il progetto è stato sviluppato da Friend of the Earth, programma internazionale per la certificazione di prodotti da agricoltura e allevamento sostenibili, in collaborazione con il museo. "Salviamo le chiocciole d'Italia" consiste in: lo studio sulla variabilità genetica delle popolazioni relitte, l'approfondimento delle conoscenze sulla biologia delle due specie, l'avvio di allevamenti ex situ per la creazione di banche biologiche, la protezione e la riqualificazione degli habitat caratteristici delle specie, l'organizzazione di eventi di educazione e di sensibilizzazione della cittadinanza, lo sviluppo di iniziative eco-compatibili per lo sviluppo del turismo e per la valorizzazione dei territori interessati.

"Stiamo portando avanti un lavoro pionieristico - osserva Simone Cianfanelli della Specola  -. É forse la prima volta che sul territorio italiano ed europeo vengono create delle banche biologiche con lo scopo di proteggere e conservare specie di molluschi continentali a rischio di estinzione. Se questo tentativo andasse a buon fine come ci auguriamo, il metodo messo a punto potrebbe essere replicato per altre specie e in habitat diversi".

Le cause di minaccia sono molteplici: l'uso di pesticidi nocivi, l'urbanizzazione dilagante, la regimentazione degli argini, i prelievi idrici incontrollati o l'introduzione di specie aliene sono tutti fattori che insieme hanno provocato la graduale distruzione degli habitat. In alcuni casi, disastri naturali, cambiamenti climatici e prelievi a scopo di collezionismo hanno aggravato ancora di più il quadro generale.

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