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Venerdì, 19 Aprile 2024
Trasporto pubblico

Trasporto pubblico, protesta degli autisti. E Nardella ammette: “Non controlliamo il servizio, la gara regionale non andava fatta”

Gli storici esponenti dei Cobas in presidio con le vecchie magliette dell'Ataf: “Con la privatizzazione servizio peggiore e paghe da fame”

“Purtroppo con il senno del poi non si risolvono problemi. Ormai è questo il meccanismo e bisogna farci i conti. Duole dire che il Comune non ha più strumenti diretti di controllo del servizio". E' la privatizzazione, bellezza.

La resa, di fronte ad un'evidenza che gli autisti denunciano da sempre, arriva direttamente dal sindaco Dario Nardella, nel giorno dello sciopero dei lavoratori di Autolinee Toscane indetto da Cobas e Fast Confsal.

“Il Partito democratico ha voluto la privatizzazione di Ataf e dell'intero servizio di trasporto su gomma in tutta la Regione. Il risultato? Servizio peggiore, condizioni di lavoro inaccettabili e paghe da fame. E poi hanno il coraggio di lamentarsi perché non trovano autisti”, attacca Alessandro Nannini, storico esponente dei Cobas, animatore del presidio degli autisti sotto Palazzo Vecchio.

La vecchia maglietta dell'Ataf

Indossa, come tanti colleghi, la vecchia maglietta azzurra con il logo di quello che era l'Ataf. “Perché per me il servizio pubblico è l'Ataf, non mi scorderò mai di ripeterlo”.

Neo assunto? Guadagni meno

I lavoratori oggi hanno incrociato le braccia per denunciare ancora una volta, in primis, bassi salari e carenza di personale. “Dopo 30 anni di servizio io prendo 1.500 euro al mese. Ma ai neo assunti Autolinee offre 1.150, 1.200 euro al mese. Ditemi voi come si può vivere a Firenze, soprattutto chi viene da fuori, con una cifra del genere”, prosegue Nannini.

Non si trovano autisti

E infatti sono molti, come fa sapere anche l'azienda, i casi degli autisti che “mollano” dopo pochi mesi, per tornare nella terra d'origine. Autolinee da tempo ha lanciato una sorta di 'scuola' dove offre gratuitamente il corso per prendere la patente necessaria. Ma trovare chi abbia voglia di lavorare a queste condizioni “con i rischi civili e penali che corriamo tutti i giorni”, sottolinea Nannini, è dura.

Ai neo assunti in realtà può arrivate una bustapuga anche da 1.400 euro. “Ma è solo l'ennesimo inganno. Infatti lì dentro c'è la rateizzazione della 13esima e della 14esima”. Negli scorsi giorni AT ha fatto sapere di essere disposta a reclutare personale anche tra le persone prese in carico dalla Caritas, migranti compresi. Una decisione criticata da Fratelli d'Italia.

Alla speculazione anti immigrati Nannini però non abbocca. “Noi siamo per l'integrazione dei migranti. Il problema non è quello, sono le paghe da fame e il taglio dei diritti, come gli otto giorni di riposo in meno concessi ai neo assunti. Facciamo lo stesso lavoro ma chi entra adesso lavora in condizioni molto peggiori, vi pare giusto?”.

La privatizzazione "del duo Renzi-Nardella"

Nannini era sotto Palazzo Vecchio anche quando, Renzi sindaco, fu privatizzata l'Ataf. “E' cominciato tutto da lì, con la privatizzazione voluta da Renzi e dal suo vice di allora, Nardella, che ora piange lacrime di coccodrillo”, prosegue Nannini.

Nardella che oggi di fatto, come dimostrano le parole sopra riportate, ammette il fallimento dell'operazione fortemente voluta dalla Regione guidata da Enrico Rossi, una gara regionale unica per gestire il trasporto pubblico su gomma dell'intera Toscana.

Nardella: "Regione non doveva fare la gara"

“Purtroppo questa gara è nata male. Una gara di queste dimensioni, su scala regionale, è difficilissima da gestire. In passato la Regione avrebbe dovuto fare diversamente", dice ora il sindaco. Autolinee Toscane, da appalto, gestirà il servizio ancora per diversi anni. “Dobbiamo gestire questa gara, c'è poco da fare”, chiosa il primo cittadino. Alla scadenza dell'appalto, poi, chissà.

Giani: "Voglio risultati"

"Ci sono delle zone in cui le cose funzionano. L'impatto con la scuola, che è quello più complesso, sta reggendo. In altre zone si lamentano dei deficit di organizzazione e servizio su cui occorre intervenire”, dice invece il presidente della Regione Eugenio Giani, che evidenzia poi come una regione 'sorella' come l'Emilia-Romagna spenda per il trasporto pubblico quasi 200 milioni di euro in meno.

"Per il trasporto pubblico locale, nelle sue espressioni dei bus e dei treni regionali, la Regione spende nel complesso 650 milioni. Voglio fare una comparazione con la nostra regione sorella, l'Emilia-Romagna: spende 470 milioni. Quindi, a fronte di tutte queste risorse che la Regione mette, dalle aziende che gestiscono il servizio voglio risultati”, le parole di Giani.

“Meglio tardi che mai, è proprio il caso di dirlo. Oggi per la prima volta il sindaco Nardella si è finalmente ravveduto sulla maxi gara regionale per il trasporto pubblico locale. Alla fine ha dovuto darci ragione: abbiamo sempre contestato l'introduzione del gestore unico e la relativa gara, temevamo che avrebbe comportato un peggioramento del servizio che di fatti si sta verificando. Noi abbiamo sempre detto che quella gara non doveva essere fatta”, attacca il capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale Francesco Torselli.

Sempre contrari sono stati anche i gruppi della sinistra, oggi rappresentata da Sinistra progetto comune. “La privatizzazione del trasporto pubblico locale – dice il consigliere comunale Dmitrij Palagi -, è una responsabilità da cui il Partito Democratico non può sfuggire. Inutile lamentarsi del nuovo soggetto gestore, dopo aver creato le condizioni per il suo arrivo con una gara regionale voluta dal centrosinistra che governa la Regione Toscana, da cui è derivata una condizione di incertezza durata anni, nei quali la situazione è significativamente peggiorata”.

Furia Nardella contro Autolinee Toscane: "Inefficienza indecente"

FOTO - Sciopero del trasporto pubblico e presidio sotto Palazzo Vecchio

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