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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Acqua pubblica, il movimento: "Avanti tutta con l’autoriduzione della bolletta"

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha annullato la parte del decreto Ronchi, il Forum dei movimenti per l'acqua esulta. E rinnova l'invito agli utenti ad autoridursi la bolletta

La Corte Costituzionale venerdì scorso ha sancito l’illegittimità dell’articolo 4 del decreto Ronchi e successive modifiche (oltre probabilmente a “delegittimare” alcune norme contenute nel decreto ‘Salva Italia’ del governo Monti). Il decreto “colpito”, tra gli atti finali dell’ultimo governo Berlusconi, di fatto aggirava il referendum del giugno del 2011, quando, dopo anni di fallimento del quorum, oltre il 94% dei 29 milioni di votanti sancirono il "no" alla privatizzazione del servizio idrico (e degli altri servizi pubblici locali) e alla remunerazione del capitale investito, la famosa quota del 7%. Nonostante il referendum, i gestori hanno però continuato ad esigere tale percentuale.

“In bolletta non si dice chiaramente quanta parte dell’imposta è destinata a tale scopo – spiega Colin du Liege, della segreteria toscana del Forum dei movimenti per l’acqua -. Anche questo è illegittimo. Ma lo è soprattutto l’aver mantenuto tale quota dopo il referendum. Oltre al fatto che spesso la percentuale è ben più alta: per Publiacqua siamo al 14%”. LO SPECIALE SULL'ACQUA

La pronuncia della Corte per i promotori del referendum è stata una vittoria. Ma come procede ora la strategia del Forum? Da un lato prosegue la campagna di “obbedienza civile” di autoriduzione della bolletta, dall’altro la ricerca di inclusione nei processi decisionali che riguardano il settore idrico. “‘Obbedienza civile’ in questo caso significa far rispettare singolarmente ciò che i cittadini hanno stabilito tramite consultazione referendaria, e che i gestori dei servizi idrici hanno continuato ad ignorare - continua Colin -. Il quadro, nonostante i gestori dei servizi idrici adducessero presunte incertezze normative, era già chiaro. La sentenza della Corte è una conferma di ciò che già sapevamo: la richiesta in bolletta di una quota per coprire la remunerazione del capitale investito è illegittima, dunque autoriduciamoci la bolletta”. Come? “Presso i nostri sportelli territoriali diamo tutte le informazioni utili. I moduli si scaricano dal nostro sito internet”.

In pratica, prima si invia al gestore una lettera dichiarando i propri intenti, poi si inizia pagare le bollette sottraendo la percentuale sotto accusa, spesso, come detto, di molto superiore al 7%. Al momento però, con l’estate inoltrata, non si prevedono nuove iniziative pubbliche fino a settembre. La campagna di autoriduzione in Toscana ha funzionato a macchia di leopardo. In alcune zone è andata bene, in altre meno. Firenze è tra quest’ultime.

“Nell’intera provincia un migliaio di persone hanno scritto la lettera di intenti a Publiacqua - aggiunge Roberto Spini, del Forum fiorentino -. La fase successiva, dell’effettiva riduzione dell’importo, è più difficile da attuare, anche perché a Firenze molte utenze sono intestate direttamente all’intero condominio, e se non si raggiunge l’unanimità non si può agire”.

“Una cosa è certa – conclude Spini -. Con il pronunciamento della Corte decade  definitivamente la scusa dei gestori di appellarsi ad un quadro normativo incerto per continuare a chiedere una parte di bolletta che in realtà non potrebbero riscuotere”. Acque Spa, che rifornisce oltre 50 comuni della Toscana centrale, ha minacciato di tagliare l’acqua a diverse persone che si sono tagliate la bolletta, nel rispetto del risultato referendario. A Firenze non siamo arrivati a tanto, anche se forse a rigor di logica (e di referendum) tutti i cittadini avrebbero diritto ad un discreto rimborso.

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