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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Kercher, le motivazioni della condanna: "Amanda sferrò colpo mortale”

Depositate le motivazioni della sentenza di condanna del processo d'appello tenutosi a Firenze. Da parte di Amanda e Raffaele ci fu "una volontà di prevaricazione e di umiliazione verso Meredith"

Depositate le motivazioni del processo d’appello bis che hanno portato alla condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per la morte di Meredith Kercher. La coppia il gennaio scorso è stata condannata a 28 anni e sei mesi e 25 anni per la morte della studentessa inglese uccisa a Perugia la notte fra il primo e il due novembre del 2007.

Le ragioni dell’omicidio non sarebbero legate ad alcun rapporto sessuale di gruppo finito male ma una "progressione di aggressività e una volontà di prevaricazione e di umiliazione verso Meredith" da parte di Amanda e Raffaele. L’ipotesi del sesso di gruppo non è stata ritenuta credibile, perché non compatibile con la personalità della vittima. Meredith conduceva una vita regolare, fatta di studio, amicizie, e “anche di un rapporto affettivo intrecciato con uno dei ragazzi che abitavano al piano seminterrato della villetta”.

La Corte parla di elementi "plurimi e concordanti" che permettono di collocare nella casa del delitto Rudy Guede, Amanda Knox e Raffaele Sollecito avendo lasciato "tracce del loro passaggio per deposizione ematica del sangue della vittima che era fuoriuscito copiosamente dalle ferite".

La cosa che avrebbe rotto la “normalità” sarebbe stato un litigio. Da cui, “sia per le condizioni psicofisiche degli imputati" che si erano "raccolti in intimità, facendo anche uso di stupefacente", sia per il livello di esasperazione cui era giunta la convivenza fra le ragazze, "si ebbe una progressione di aggressività all'interno della quale può collocarsi la condotta di violenza sessuale - scrive ancora la Corte - che corrispose, per quanto attiene a Rudy Hermann Guede, alla soddisfazione di un proprio istinto sessuale maturato in tale contesto, mentre, per quanto attiene ad Amanda Marie Knox e Raffaele Sollecito, in una volontà di prevaricazione e di umiliazione nei confronti della ragazza inglese".

La Corte ritiene che la studentessa inglese “venne aggredita contestualmente da tutti e tre gli aggressori" e spiega che "l'arma che produsse la ferita nella parte destra del collo fosse impugnata da Raffaele Sollecito e l'altra lama - si legge ancora nelle motivazioni - quella che produsse la ferita estesa sulla parte sinistra del collo [...] e che provocò la morte di Meredith Kercher sia stata da impugnata da Amanda Marie Knox. Si tratta del coltello sequestrato all'interno dell'abitazione di Raffaele Sollecito".

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