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Cronaca Fiesole

Morto Don Cantini, ex sacendote accusato di abusi sui minori

E' morto nel convento dei frati Francescani l'ex sacerdote Lelio Cantini. Nel 2007 fu coinvolto nell'inchiesta per alcuni parrocchiani che denunciarono abusi su minori

E’ morto Lelio Cantini, l’ex sacerdote di Regina della Pace a Rifredi. E’ morto per un malore nel convento dei frati Francescani di Fiesole, dove risiedeva da qualche anno. E’ morto da laico, senza una tonaca indosso. Quella l’aveva persa il 12 ottobre 2008, quando papa Benedetto XVI decise di non fargliela indossare mai più, confinandolo e riducendolo allo stato laico. Una decisione che giunse dopo che la stessa Chiesa lo riconobbe colpevole degli abusi sessuali compiuti su alcune ragazze tra il 1973 ed il 1987, di falso misticismo, di controllo e dominio delle coscienze.

2007 - La vicenda scoppiò un anno e mezzo prima, nella primavera del 2007, quando alcuni parrocchiani denunciarono gli abusi sessuali subiti nel corso degli anni. La procura di Firenze aprì un’inchiesta sull’allora parroco nato nel 1923; più che un dossier, uno tsunami che travolse le alte sfere del clero fiorentino. Dalle carte dell’inchiesta condotta dal pm Paolo Canessa la vicenda si dipinse di colori ancora più foschi: “Abusi sessuali gravi, protrattisi per circa 20 anni”. Una ricostruzione che se da una parte ha scavato nelle tenebre dell’ex sacerdote, dall’altra ha puntato il dito contro “l’inerzia e assordante silenzio della Chiesa”. Sì perché prima che l’inchiesta fosse archiviata, una delle tesi dirompenti del pm fu proprio la mancanza di sostegno e trasparenza da parte delle autorità religiose, che negli anni non ascoltarono “le denunce fatte nel tempo”, anche all’allora cardinale Silvano Piovanelli. Un “comportamento apparentemente omissivo” ed “una lunga inerzia”, tanto da provocare “il perpetuarsi delle condotte” di don Cantini ed “il mancato tempestivo intervento della autorità giudiziaria”, glissava amaro Canessa.

Una pagina nera per Firenze, in cui la chiesa ne è uscita con le ossa rotte. Se le carte infatti chiamavano in causa Piovanelli, che nel 1975, nel 1992 ed infine nel 1995, non avrebbe ascoltato le richieste di aiuto dei fedeli che denunciarono i fatti, stessa sorte toccò anche al vescovo ausiliare Claudio Maniago (che proveniva e si era formato nella parrocchia della Regina della Pace): criticato perché avrebbe “sottostimato” il caso. Un’accusa che Maniago ha sempre respinto.
L’arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, raggiunto dalla notizia della morte di Cantini ha fatto sapere di pregare per l’ex sacerdote e che “affida la sua anima alla Misericordia di Dio”. La “definitiva scomparsa” di Lelio Cantini “ci auguriamo spezzi per sempre ogni legame con chi ancora credeva in lui”. Con queste parole Francesco Aspettati, portavoce delle vittime dell’ex sacerdote di Firenze, ha commentato la notizia della morte. “Di fronte alla morte di un uomo, che per il male compiuto ha segnato per sempre la vita di tante persone – continua Aspettati – noi che con determinazione abbiamo ricercato la verità e la giustizia, non possiamo che tacere di fronte al giudizio di Dio davanti al quale adesso lui si trova”.
 

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