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Cronaca

Scomparsa del Monni: come lo ricorda Firenze

Dopo la scomparsa di Carlo Monni una serie di messaggi di cordoglio per l'attore nato a Champs sur le Bisance

Bozzone e Vitellozzo sono solo due dei personaggi interpretati nella sua carriera dallo scomparso Carlo Monni, l’attore nato a Campi Bisenzio o ‘Champs sur le Bisance’ come diceva  lui. Film come ‘Berlinguer ti voglio bene’ e ‘Non ci resta che piangere’ in cui ì Monni si vestì di ruoli ‘spontanei’ e dissacranti. Ma il Monni era anche quell’attore - poeta che quando entrava da dietro le quinte del teatro avanzava sul palco la sublimazione della toscanità.
Ma anche fuori dai templi di arte e spettacolo teneva stretto l’orgoglio delle sue terre. Sempre su e giù per quei viali alberati delle Cascine, in maglietta e con il caldo anche in canotta. In qualunque momento pronto a rispondere al saluto di chi lo additava: “Monnii”. Un sorriso te lo restituiva sempre con garbo.

E proprio per commemorarlo, domani i funerali si terranno nel teatro di Rifredi,  fioccano i messaggi di cordoglio. Dello stesso teatro di Rifredi dove  lo ricordano come un''uomo libero, senza pregiudizi ne' morali ne' artistici. Ha camminato al parco delle Cascine fino al giorno prima d'entrare in ospedale''.  Un palco, dove ha lavorato per quindici anni, che ''praticamente era diventato casa sua''. Proprio qui l'ultima apparizione pubblica con la lettura scenica de 'La briscola a cinque'.

“Monni era quello che si vedeva, una montagna di energia.  – ha detto il regista Leonardo Pieraccioni -  La sua risata spezzava in due la tristezza". "Ho conosciuto Carlo - ha ricordato Alessandro Benvenuti, rispondendo alle domande - a metà degli anni '70 quando sperimentava teatro con Donato Sannini, ma e' solo con il film 'Benvenuti in casa Gori' che diventa uno di famiglia interpretando magistralmente mio padre Gino nei due episodi cinematografici e poi nel Gori teatrale corale del 2010". E poi la domanda cinicamente-satirica: “Con tanti bischeri che calcano i palcoscenici e girano per le strade ma proprio lui se ne doveva andare?".

GENTE - Anche l'Arci di Firenze lo omaggia perché è sempre rimasto tra la gente di circoli e case del popolo: “Monni è stato uomo capace – dice il presidente Francesca Chiavacci - di 'usare' la sua intensità poetica, tenendola sempre ben allacciata alla dimensione popolare. E' stato artista vero perchè ha messo a disposizione il suo estro e la sua cultura affinchè fossero strumento di arricchimento per tutti”.

Ricordando il 69enne, Ugo Chiti, drammaturgo, sceneggiatore e regista, spera che la città di Firenze lo omaggi e lo ricordi ufficialmente in qualche modo. Su questo si vedrà, intanto da Palazzo Vecchio il sindaco Matteo  Renzi ha trasmesso il suo messaggio di cordoglio alla famiglia. Domani sarà l’ultimo applauso del pubblico. E' la chiusura del sipario, ciao Carlo.  
 

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