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Cronaca

Morte David Rossi, indagati i tre pm senesi: "Prove compromesse"

Falso aggravato: per la procura di Genova avrebbero "manipolato e spostato oggetti senza redigere verbali". Era il 2013 e il caso fu archiviato come suicidio

Falso aggravato. E' l'accusa che pende sui tre magistrati che si occuparono della prima indagine a Siena sulla morte di David Rossi, quella del 2013 che portò all'archiviazione come suicidio. Sul conto di Nicola Marini, l'unico ancora di stanza a Siena, Aldo Natalini e Antonino Nastasi (uno dei pm che ora a Firenze si sta occupando dell'inchiesta "Open"), indaga la Procura di Genova.

Il fascicolo, spiega il Corriere Fiorentino, era stato aperto nel 2021 a seguito delle dichiarazioni rese dal colonnello Pasquale Aglieco di fronte alla commissione parlamentare d'inchiesta sulla mode del manager. L'ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena aveva parlato del sopralluogo nell'ufficio di Rossi, soffermandosi su alcune azioni dei procuratori, in particolare di Nastasi. Affermazioni in parte smentite dalla maxi-perizia dei reparti speciali dell'Arma.

Secondo il verbale del 7 marzo i sostituti procuratori senesi "omettevano di attestare che nelle ore precedenti, e in particolare dalle 21.30 fino a circa mezzanotte del giorno precedente, avevano fatto ingresso nella stanza, prima che venisse ripresa dal personale della polizia scientifica".

Il corpo senza vita di Rossi era già stato rinvenuto in vicolo di Monte Pio. Per l'accusa, i pm avrebbero "manipolato e spostato oggetti senza redigere verbali e senza tenere conto del personale di polizia che era intervenuto nel sopralluogo".

L'inchiesta è stata definita "una bella notizia" da Antonella Tognazzi, moglie di Rossi: "Finalmente un atto concreto rispetto a quanto è emerso negli ultimi anni", ha sottolineato.

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