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Cronaca

Diventa "modello" la comunità del cibo e della biodiversità dei grani antichi di Montespertoli

Il convegno ha indirizzato la Comunità del cibo e dei grani antichi verso un impegno ancora maggiore, per essere seguiti da altre realtà nella Regione e indicare la strada da percorrere

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Di fronte a un pubblico interessato e che ha partecipato facendo domande ai relatori presenti al Convegno di sabato 19 novembre 2022, al Centro per la Cultura del Vino “I Lecci”, dal titolo "Produciamo(ci) il nostro cibo, il sindaco di Montespertoli Alessio Mugnaini, ha promesso che si farà portavoce presso le Istituzione dell'Empolese Valdelsa e del Chianti per condividere quello che Rita Turchi, in Regione responsabile P.O. per la Cura la Gestione delle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario zootecnico e forestale della Toscana, non ha esitato a definire un modello da cui prendere esempio e da "esportare" in altre realtà. Di questa Comunità montespertolese, infatti, fanno parte: più di quaranta agricoltori di Montespertoli, Barberino Tavarnelle, San Casciano in Val di Pesa, Certaldo, Montelupo, Castelfiorentino, Gambassi, San Miniato, Empoli, tre fornai, due mulini, il Comune di Montespertoli, un pastificio, Coop Montespertoli, l’Istituto comprensivo "Don Lorenzo Milani", diretto da Sara Missanelli, il DAGRI - Esperimento di lungo termine di Montepaldi (Università di Firenze), il GAS di Montagnana (gruppo di acquisto solidale). "L'iniziativa della Comunità del Cibo di Montespertoli - ha commentato il Sindaco Mugnaini - apre a una riflessione fondamentale che è quella su come produciamo e come commercializziamo il nostro cibo: mangiare bene è un atto di quotidiana importanza e deve essere contestualizzato con la necessità della sostenibilità. Le comunità rurali devono svilupparsi e crescere ma devono farlo con armonia verso il contesto naturale come hanno fatto per secoli e che ora hanno un po' dimenticato, tutto questo deve essere fatto in modalità "slow" ovvero tenendo conto dei cicli del terreno per garantire la sua fertilità e cercando di riconquistare la biodiversità delle produzioni agricole allontanandosi dalle monocolture. Solo se capiamo che la sfida della sostenibilità è una sfida di tutti possiamo vincerla." "L'idea - ha aggiunto la Presidente della Comunità, Patrizia Ducci - è che tutte le mense scolastiche della Regione possano poter accedere al pane dei grani antichi che, è stato dimostrato, risulta essere più salubre. I grani antichi hanno meno glutine, sono meno raffinati e più ricchi in principi nutritivi, più leggeri e digeribili, evitano lo sviluppo delle intolleranze". Il Presidente di Coop Montespertoli, Luciano Cutrini, ha confermato l'impegno della Cooperativa a valutare l'acquisto e la vendita dei prodotti di grani antichi: "Abbiamo sempre venduto il pane in negozio ma siamo aperti alle offerte dei produttori che fanno parte di questa Comunità con la quale ci congratuliamo per l'impegno a garantire la biodiversità perché è proprio questa che rischia di estinguersi. Puntiamo in sinergia a garantire ai concittadini e ai turisti prodotti di alta qualità, insieme". Lo storico Paolo Gennai ha poi menzionato la coltivazione dei grani Gentil rosso, Gentil bianco e Inallettabile in uso almeno dalla metà del XIX secolo e fino al secondo conflitto mondiale, ma soprattutto ha stupito il pubblico ricordando che, durante l'Esposizione internazionale organizzata dall'Italia appena unita e svoltasi a Firenze dal settembre al dicembre 1861, il marchese Ridolfi, proprietario della fattoria di Bibbiani (Limite e Capraia), espose la propria produzione agricola consistente in: 316 varietà di frutta, 44 tipologie di uva e persino frutti di vaniglia. Gaio Cesare Pacini, docente Agroecologia DAGRI (Università degli Studi di Firenze), ha relazionato riguardo alla "Fertilità dei terreni, prove in campo e test sui lombrichi. Pacini dal 2014 si occupa di agro biodiversità, è socio della Comunità e agricoltore, responsabile della Banca del germoplasma. Il pubblico ha rivolto al professore e al ricercatore Francesco Serafini numerose domande anche in merito allo studio presentato che mira a evidenziare la qualità dei terreni mediante opportuni sondaggi. Il Convegno si è, infine, concluso con il racconto delle esperienze di Alessandro Beninati, giovane agricoltore della comunità, e di Paola Nigi, in rappresentanza del gruppo di acquisto solidale.

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