Misericordia di Firenze: cultura condivisa come argine alla violenza
E' questo il messaggio più forte emerso dalla 'Giornata contro la violenza'. Per l'arcivescovo Betori: "Si rispettino regole che pongano al centro la persona umana"
La cultura della non violenza, è questo concetto che ha preso le mosse la ‘Giornata contro la violenza - Verso una Cultura preventiva condivisa', organizzata oggi dalla Misericordia di Firenze. Un appuntamento organizzato anche in ricordo dei due senegalesi uccisi il 13 dicembre 2011 da Gianluca Casseri in piazza Dalmazia. Per far questo è emersa la necessità di creare una 'task force' che favorisca lo scambio di informazioni ed un supporto contro la violenza attraverso principi e valori da condividere anche nelle situazioni più delicate.
La Misericordia, come ha detto il Provveditore Andrea Ceccherini, vuol farsi portavoce di sentimenti di ''fratellanza e solidarietà'' grazie anche alla sua costante operatività sul territorio a livello sociale e umanitario: “Un modello di riferimento che possa alimentare moderni atteggiamenti virtuosi soprattutto tra i giovani”. Un modello che deve passare necessariamente dalla storia e dalla cultura di Firenze, ha poi sottolineato l'arcivescovo, il cardinale Giuseppe Betori, nel suo intervento “che ha dimostrato di avere la vitalità e la capacità di generare spazi di condivisione, di fare esperienza diretta e familiare dell'altro''. Per Betori è ormai un fatto che le città ''divengano sempre più multiculturali'' e allora tocca a tutti, non solo alla politica, far sì che ''si rispettino regole che pongano al centro la persona umana'', perché senza queste ''lo scontro sociale è inevitabile e tutti perdono''. Serve perciò ''una cultura che partendo dal basso guardi all'uomo concreto - ha proseguito l’arcivescovo - che si sporchi le mani operando direttamente nel territorio''.
