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Cronaca

Covid: minacce di morte al presidente della Regione Toscana, perquisito no vax

"Appena esce lo ammazziamo". La digos sequestra sim e cellulare

Nelle prime ore di ieri mattina la polizia di Stato, con personale della digos di Firenze e l’ausilio della digos di Lucca, ha eseguito una perquisizione delegata dalla procura di Firenze a carico di un uomo della provincia di Lucca ritenuto, nell’ambito delle indagini preliminari in corso, l’autore di minacce telefoniche nei confronti del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani in relazione all’impegno profuso dall’ente regionale nella campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione anti Covid-19. "Appena esce lo ammazziamo" il tenore della telefonata alla segreteria del presidente.

In particolare, il 24 novembre 2021 l’indagato, classe 1987, affetto da problemi di alcolismo, avrebbe effettuato una telefonata al centralino della segreteria del presidente della Regione entrando nel merito di alcune esternazioni di Giani sulla campagna vaccinale, concludendo la conversazione con minacce di morte.

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Presso l’abitazione dell’indagato, un uomo gravato da numerose segnalazioni di polizia e reati contro la persona, è stato sequestrato un telefono cellulare e la scheda Sim da cui sarebbe pervenuta la chiamata incriminata.

Giani: "No vax sono un peso"

"Ringrazio la Digos, la polizia di Stato per il loro servizio efficiente. Dico grazie al loro lavoro e l'ho detto anche al questore di Firenze. Ho ricevuto minacce ma sono andato avanti, non dandone pubblicità. Io credo che si debba arrivare ad una immunità di gregge attraverso l'estensione più possibile della vaccinazione. I no vax rappresentano dunque sempre più un peso". Così il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, commentando la notizia della perquisizione a un 34enne residente nella provincia di Lucca, ritenuto l'autore di minacce di morte telefoniche nei confronti dello stesso governatore.

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Per Giani i no vax rappresentano un peso "in un momento in cui tutti i giorni vanno a chiedere i tamponi, e quindi ingolfano il sistema, nel momento in cui sono la netta maggioranza di coloro che occupano i posti letto negli ospedali e la nettissima maggioranza di coloro che occupano le terapie intensive".

"Quando c'è da fare un sacrificio nella comunità, e in questo caso significa vaccinarsi - ha aggiunto -, io devo essere fermo e rigoroso. Questo riesco a farlo quando le forze dell'ordine ci sono vicine. Ringrazio tutti". 

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