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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Migranti, ok all'accoglienza in famiglia: fino a 480 euro per chi ospita

Accordo Regione-Prefettura, Bugli: "L'accoglienza diffusa funziona e continuerà"

Via libera all'accoglienza in famiglia dei richiedenti asilo. Il protocollo d’intesa che disciplina l’ospitalità dei richiedenti protezione internazionale nelle abitazioni dei cittadini toscani è stato firmato questa mattina a Palazzo Medici Riccardi dall’assessore regionale all'immigrazione Vittorio Bugli e dal prefetto Alessio Giuffrida.

Da domani, 28 luglio, sarà dunque riaperto il numero telefonico a cui privati e famiglie disponibili ad accogliere un profugo in casa potranno rivolgersi. E' la prima esperienza del genere in Italia estesa ad un intero territorio regionale. Il numero non è più quello attivo fino a novembre scorso, a cui si rivolsero oltre 600 toscani. Il nuovo numero è lo 055 4383030 (lunedì - venerdì dalle 9 alle 12).

"Si apre una nuova frontiera che rafforza il modello toscano di accoglienza diffusa - sottolinea Bugli -. Aiuterà l'integrazione e la reciproca conoscenza, il richiedente asilo diventerà un nome, un cognome e un volto: una persona conosciuta che vive nelle comunità, ancora più di oggi".

Chi telefonerà dovrà specifificare dove si trova la casa, il numero di vani, la composizione del nucleo familiare, anche mononucleare, professione e eventuali lingue straniere conosciute. L'anno scorso telefonarono da tutta la Toscana: pensionati, giovani coppie, famiglie senza e con figli.

L'Asl verificherà l'adeguatezza della sistemazione. Poi la famiglia sceglierà l'ente gestore con cui avviare la collaborazione (associazioni e cooperative che hanno convenzioni per offrire accoglienza). Sarà accolto un migrante per casa, al massimo due (salvo casi particolari): il migrante dovrà essere stato in Italia da almeno sei mesi e aver dimostrato un comportamento corretto. Dell'accoglienza in famiglia usufruirà dunque solo una piccola parte degli oltre novemila richiedenti asilo ospiti delle tante piccole strutture disseminate nel territorio toscano.

Le famiglie dovranno pensare al vitto (colazione, pranzo e cena) e all'alloggio, compresa la pulizia della biancheria. Gli enti gestori si occuperanno di corsi di lingua, servizi di accoglienza e pratiche burocratiche. Le prefetture firmeranno una sorta di contratto con gli enti gestori. Questi, a loro volta, sigleranno un patto di solidarietà con le famiglie.

Famiglie e gestori dovranno specificare anche come saranno spesi i 35 euro al giorno erogati per ogni richiedente asilo dall'Unione europea (con il parziale contributo dello Stato). L'idea di massima è di lasciare indicativamente 19 euro al gestore (compresi i 2,5 euro al giorno a disposizione dei migranti), e girare alle famiglie i 16 euro che rimangono, che saranno considerati come rimborso spese e dunque non tassabili. Una famiglia potrà ricevere dunque circa 480 euro al mese. Sul sito della Regione Toscana sarà pubblicata una pagina con tutte le informazioni utili.

Soddisfatto anche il prefetto Giuffrida: "La Toscana è al top del modello di accoglienza diffusa, al massimo livello di inclusione nel territorio di una regione. Utilizzando un sistema capillare di inserimento nelle famiglie viene privilegiata la solidarietà umana e il rispetto dei principi costituzionali piuttosto che i sentimenti di rigetto e di paura".

"Il modello di accoglienza diffusa in Toscana ha funzionato e va mantenuto - conclude Bugli -. Accoglienza diffusa vuol dire no a tendopoli o a centri con centinaia e centinaia di ospiti, e sì invece a sistemazioni con piccoli numeri, tali da offrire un'accoglienza più dignitosa e meno impattante sul territorio".

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