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Cronaca

Occupazione somali, sgombero più vicino: “Falso che non vogliamo dividerci” | FOTO - VIDEO

Assemblea pubblica degli occupanti: "Dal Comune offerte precarie". Padre Brovedani: "No a legalità che svilisce dignità"

Situazione ancora tesa in via Spaventa, nell'immobile di proprietà dei Gesuiti e occupato una settimana fa dai circa 100 rifugiati somali scampati all'incendio di Sesto Fiorentino, dove è morto Alì Muse. “Basta illegalità”, ha ripetuto ieri il prefetto Alessio Giuffrida, alla riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza.

Una linea sposata in pieno dal sindaco Dario Nardella, che ha più volte dichiarato che “senza legalità non c'è solidarietà”. Se lo sgombero finora non è scattato, del resto, è perché i Gesuiti non hanno denunciato ufficialmente l'accaduto, rifiutando di fatto di dare il via libero all'uso della forza.

"Da voi ho imparato tanto, da chi soffre si impara. Non vi siete lasciati strumentalizzare, avete collaborato e vi ringrazio. Siamo felici di accogliervi, non vogliamo che per osservare una rigorosa legalità, che comunque deve essere osservata, venga svilita ulteriormente la vostra dignità”, ha detto ieri padre Ennio Brovedani, direttore della Fondazione Stensen, all'assemblea pubblica nei locali occupati.

Brovedani si è poi rivolto al leader del Movimento per la Casa Lorenzo Bargellini: “Cerchiamo una soluzione condivisa”. Movimento che per sabato prossimo, 28 gennaio, ha indetto un corteo, con partenza da piazza San Marco alle 16, “contro la politica degli sgomberi e il business dell'accoglienza, a favore di diritti e dignità per tutti”.

Dal canto loro i rifugiati somali respingono le accuse del Comune di Firenze, secondo il quale si opporrebbero ad una soluzione che prevede la loro divisione in piccoli gruppi, da ospitare in strutture dei 42 comuni della provincia di Firenze. “Non è vero, chiediamo però soluzioni stabili, non di 2 mesi”, hanno ribadito nell'assemblea di ieri.

La proposta di Palazzo Vecchio, infatti, sarebbe quella di accoglierli, per il momento, fino a marzo, cioè fino alla fine dell'emergenza freddo, per poi vedere il da farsi. Una prospettiva che i somali respingono: “Già da anni viviamo nella totale precarietà”. La situazione resta incerta, sono attese per oggi nuove decisioni dal vertice fissato in prefettura.

VIDEO - Alì: "Dalle istituzioni nessuna proposta"

Assemblea dei migranti nell'immobile occupato di Via Spaventa

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