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Cronaca

Migranti, rifugiato politico sorpreso a spacciare: il giudice dice "no" all'espulsione 

Il cittadino ghanese è stato sorpreso a spacciare alla Fortezza da Basso. Secondo il giudice del tribunale di Bari non ci sarebbe pericolosità sociale

Dopo esser sbarcato in Italia nel luglio 2015 era stato accolto in una struttura del programma accoglienza destinato ai rifugiati politici ma il 28 gennaio scorso era stato sorpreso dai carabinieri mentre vendeva hashish nei giardini della Fortezza da Basso. Il militare in borghese, dopo essersi identificato, fu anche colpito con un pugno al volto dal 23enne ghanese. Un episodio di violenza per cui fu arrestato con l'accuse di percosse, violenza e resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Oltre che per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.

In attesa che la commissione territoriale decisse sulla sua posizione, il 23enne godeva di un permesso di soggiorno temporaneo per lo status di rifugiato, il questore Raffaele Micillo ha chiesto che fosse trattenuto in Cie in quanto costituiva "un pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica". Provvedimento poi al vaglio della magistratura. Il rifugiato è stato quindi trasferito, su indicazione degli uffici immigrazione di Roma, al Cie di Bari. Una volta nel centro di identificazione ed espulsione pugliese il giudice ha contestato il provvedimento della questura stabilendo che non ci fosse pericolosità sociale. Adesso il 23enne, che potrebbe tornare in Toscana, ha l'obbligo di presentarsi agli uffici immigrazione della questura di Firenze. 

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