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Cronaca Statuto / Via Scipio Slataper

Casa: nell'ex edificio occupato di via Slataper accolte 150 persone

L'immobile è stato occupato dal 2011 al 2014, ora il progetto destinato a famiglie in difficoltà, anziani soli, single con figli e migranti

Da situazione esplosiva a struttura di accoglienza. Questa mattina il sindaco Dario Nardella ha visitato il centro di accoglienza Slataper, in via Slataper 6, a Rifredi, in zona via del Romito.

L'occasione era la presentazione del primo anno di attività svolto nel grande immobile, trasformato da luogo di abusivismo (occupato dal 2011 al 2014) a struttura di assistenza e integrazione delle persone più svantaggiate: dalle famiglie in condizioni di precarietà economica, ai single con figli in forte disagio abitativo, dagli anziani rimasti soli fino ai richiedenti asilo.

In questo primo anno sono state accolte quasi 150 persone, attualmente il centro ne ospita 100, tra cui 21 minori e un neonato. Ogni tipologia di ospite abita un piano diverso dello stabile. In ognuno di questi piani vengono condivisi spazi comuni come la cucina, la sala mensa, la sala con spazio biblioteca e tv e la lavanderia. Una situazione molto diversa dall'emergenza vissuta dagli occupanti (richiedenti asilo somali, eritrei e etiopi) negli anni scorsi, costretti a vivere in condizioni di forte disagio, tanto che un ragazzo somalo, nel giugno del 2013, si suicidò gettandosi dal quarto piano.

Oggi, nello specifico, l’edificio (di proprietà privata), gestito dalla Cooperativa Il Cenacolo in collaborazione con il Comune di Firenze, è un sistema di accoglienza integrato che prevede la coesistenza di 3 progetti all’interno della stessa struttura:

-  Progetto Nemo: servizio di pronta accoglienza residenziale per singoli e famiglie in situazione di forte precarietà socio-economica, segnalati dai servizi sociali, per un totale di 17 posti letto al piano terra della struttura.

-  Progetto Famiglie: famiglie e singoli con figli minori in situazione di forte precarietà abitativa segnalati dai servizi sociali, per un totale di 25 posti letto al secondo piano della struttura (per un massimo di 6 nuclei).

-  Centro di Accoglienza Straordinaria in convenzione con la Prefettura di Firenze per l’accoglienza di richiedenti asilo, per un totale di 50 posti letto fra primo e terzo piano della struttura.

Il centro è organizzato nel seguente modo: un’unica direzione e gestione della struttura, servizio di portineria 24h/24, due équipe specializzate, una in percorsi di accoglienza sociale e l’altra in accoglienza dei richiedenti asilo, un operatore sociale per l’organizzazione di attività di socializzazione. Per ogni ospite dell’accoglienza sociale (Nemo e Famiglie) sono concordati percorsi di autonomia con i servizi sociali territoriali.

Per i richiedenti asilo del C.A.S. (Centro di Accoglienza Straordinaria) sono attivati percorsi di integrazione, in collaborazione con altri servizi gestiti dalla Cooperativa, per cui gli ospiti frequentano corsi di italiano e, sulla base delle competenze e degli interessi, usufruiscono di opportunità formative e professionali (9 hanno seguito un corso base nel settore agricolo, 3 stanno preparando l’esame per la licenza media).

Tanti i progetti interni ed esterni per migliorare la qualità di vita di queste persone. E’ stata formata la squadra di calcio “Slataper”, mista tra ospiti italiani e stranieri, che partecipa a tornei amatoriali e sarà presente alla prossima edizione dei Mondiali Antirazzisti a Modena. Inoltre, vari migranti partecipano a corsi di teatro in collaborazione con il progetto PACI, e infine altri due richiedenti asilo si stanno formando come rappers.

“L’idea alla base del nostro progetto sociale - ha detto il direttore del centro, Andrea Ricotti - è quella di offrire una risposta immediata ai bisogni primari per poi lavorare affinché l’emergenza rientri all’interno di percorsi ordinari di tutela sociale. E’ bello vedere come, in questo centro, si siano create interazioni culturali ed umane tra italiani e migranti, siano nate amicizie vere e profonde e le persone, attraverso un percorso graduale e monitorato dai nostri operatori, cercano di passare da una situazione di disagio ad una situazione di autonomia”.

FOTO - Struttura di accoglienza via Slataper

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