Jobs Act, a Firenze mille studenti in piazza con Cobas e no Tav \ FOTO
No anche alla riforma della "scuola-azienda": "Renzi scorda il diritto allo studio"
Oltre mille gli studenti che stanno dando vita nel centro di Firenze ad una manifestazione contro il Jobs Act e la riforma della scuola del governo Renzi. Firenze come altre sessanta piazze per altrettante citta' italiane. Decine le sigle dentro la 'pancia' del corteo che da piazza San Marco- passando da via Cavour, il Duomo, piazza delle Repubblica, ponte Santa Trinita'- raggiungeranno piazza Santo Spirito: ci sono gli studenti universitari, quelli delle scuole superiori (di Firenze ma anche del Mugello o di Sesto Fiorentino); poi gli insegnanti, i Cobas, i No Tav.
Una costellazione di categorie tenute insieme dalla stessa protesta: quella che abbraccia il dissenso verso i due maxi capitoli dell'agenda Renzi. E verso la "precarieta'": "Se noi siamo il vostro futuro- e' scritto in uno striscione- difendete il nostro presente". E ancora, scritte contro il premier, il piu' citato in piazza: "Per Renzi la buona scuola e' Nike, Starbucks e Coca-Cola".
Dai Cobas arrivano i "basta" rivolti all'esecutivo: "Basta - dicono- con gli annunci mediatici sulla buona scuola-azienda e l'imminente fine del precariato; basta con lo smantellamento dello stato sociale". "Noi - sottolinea Lucrezia Iurlaro, del Sim Studenti in movimento- non vogliamo essere uno strumento del governo".
Per questo, continua Iurlaro, "siamo qui in piazza contro la riforma della buona scuola di Renzi, ennesima riforma calata dall'alto. Impacchettata come proposta ma che, e' bene dirlo, e' una vera e propria riforma: non ci saranno stravolgimenti al testo nella discussione lanciata in internet fino al 15 novembre".
Per la studentessa "nelle 136 pagine della riforma non si parla di diritto alla studio, un tema su cui ci battiamo da anni, dimenticato anche da Renzi". Il modello Renzi, conclude, "e' quello della scuola azienda: 200 ore di tirocinio non retribuito. Non siamo contro il tirocinio, se retribuito, pero' non devono diminuire le ore in classe". (Agenzia Dire)
