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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro Storico

Cinquemila studenti manifestano in centro per "riprendersi il futuro"

Partiti da piazza San Marco hanno attraversato le vie del centro e fino alla Fortezza. "Ora i conti li fate con noi!" lo slogan che ha accompagnato la protesta dei ragazzi a Firenze e in tutta Italia

Tempi di protesta, giorni di scioperi, di manifestazioni. Ieri sera al Teatro Comunale. Oggi è stata la volta dei dipendenti Ataf e gli studenti delle scuole superiori. Due iniziative che hanno coinvolto l’intera città: da una parte i colori, le grida, gli striscioni dei circa 5mila ragazzi che hanno “occupato” le vie del centro; dall’altra le strade ed i viali orfane dei bus, ingolfate dalle auto di chi oggi ha dovuto necessariamente raggiungere il posto di lavoro con mezzi propri.

STUDENTI“Ora i conti li fate con noi!”, questo lo slogan dentro al quale si sono raccolti migliaia di studenti in tutte le principali città italiane. Nove del mattino, piazza S. Marco, il ritrovo da cui ha mosso il corteo già brulicava già di ragazzi. “Protestiamo – racconta Cosimo della Rete degli Studenti – per il taglio trasversale all'edilizia ed alla didattica della scuola, ai servizi scolastici. L'attenzione c'è stata perché noi abbiamo lavorato bene, ma mancano le risposte. La società civile si è smossa grazie ai cortei”. Bandiere al vento, megafoni, i discorsi dei rappresentati, i primi applausi della piazza. I bersagli della protesta, il Ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini ed il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. “No ai tagli della scuola” gridano forte i ragazzi. Dai megafoni la voce di una ragazza: “non è vero che i soldi non ci sono per l’istruzione, altrimenti con cosa pagherebbero le bombe che stanno lanciando in Libia”.

Manifestazione studenti del 7 ottobre 2011

Verso le 10,30, con più di un’ora di ritardo, parte la testa del corteo. A questo punto della mattinata la manifestazione ha preso dimensioni consistente. Prima di partire infatti i comitati ed i collettivi fiorentini hanno atteso l’arrivo delle altre scuole limitrofe, da Empoli a Sesto Fiorentino. Il corto comincia a muovere i primi passi. In testa un grande striscione rosso: “Basta ai tagli al sociale, abbattiamo il capitale”. Dietro musica, balli, cori, ed altri striscioni, più o meno colorati: “Il mio sogno è fare la escort”, “Prof mi giustifico, ero a riprendere il mio futuro”. I ragazzi non si sono disuniti nemmeno sotto gli improvvisi scroci di pioggia. Ombrelli che si chiudevano e si riaprivano all’unisono. Ombrelli di ragazzi che si confondevano a quelli dei turisti, qualcuno perplesso, qualcuno curioso. Solo studenti; solo ed esclusivamente loro. Al loro fianco oggi non c’era nessuno, né professori né istituzioni. In corteo per dire No ai tagli alla scuola ma non solo. Sul banco degli imputati i ragazzi oggi hanno fatto sedere l’intero sistema economico, la manovra del Governo, la crisi finanziaria che mangia posti di lavoro, risorse e futuro dei giovani. Il vento ideologico è quello inaugurato nelle piazze spagnole, gli “indignatos”. “Ora, i conti li fate con noi – si legge in una nota della Rete – perché non accettiamo che per pareggiare i bilanci, risolvere la crisi delle banche, bisogni calpestare e speculare sui nostri diritti”.
Sulle strade intanto, dopo la sfuriata di vetture dirette al lavoro, si attende l’ora del rientro. Code più che prevedibili. Questa tuttavia, rispetto al corteo studentesco, è un’altra storia. Si parla di questioni cittadine, Tpl e piani aziendali. In ballo, secondo i sindacati, c’è il futuro dell’Ataf.
 

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