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Cronaca

Corteo degli studenti: offese a Renzi e fumogeno dentro il presepe

Contestato il sindaco che usciva da un bar. Durante lo svolgersi della manifestazione lanciato un fumogeno all'interno del presepe davanti al Duomo

Stamani si è svolta la manifestazione, con relativo corteo da piazza della Signoria a piazza Pitti, organizzata dalla Rete dei collettivi fiorentini. La protesta per manifestare “dissenso contro i continui attacchi nei confronti della scuola pubblica, dell'università, del mondo del lavoro, della sanità e dei servizi pubblici” e “contro le politiche di austerità”. Durante lo svolgersi della manifestazione un gruppetto di studenti, su circa un centinaio totali, ha incontrato per caso il sindaco Matteo Renzi mentre usciva da un bar. Il sindaco è stato contestato ed è volata qualche malaparola nei suoi confronti. Uno dei manifestanti si è rivolto al primo cittadino con la frase 'ti sistemo io'.

Renzi, dopo aver cercato senza successo di dialogare con i ragazzi, si é allontanato rientrando in Palazzo Vecchio. Il corteo ha attraversato il centro gridando slogan contro la crisi economica, contro le forze dell'ordine e contro il sindaco. Durante la manifestazione sono stati accesi alcuni fumogeni. Un fumogeno, subito spento dai poliziotti, è stato gettato anche all'interno del presepe al lato della facciata del Duomo.

“Il ministro Profumo, - si legge nella nota in cui sono spiegate le motivazione della protesta - in continuità con il percorso portato avanti dai precedenti governi sia di destra che di sinistra, sta tentando di colpire ancora la scuola pubblica inserendo nei tagli del governo 'tecnico' 200 milioni di cui privarla e redigendo una nuova riforma basata su merito e concorrenza che privilegia gli studenti capaci di sottostare perfettamente alle richieste di cultura nozionistica e comportamento diligente. Egli ha inoltre cercato di riesumare quella riforma degli organi collegiali, conosciuta come Ddl Aprea, che voleva inserire i privati nelle scuole ed assoggettarle ulteriormente alle logiche di mercato”.

SOLIDARIETA’ – Dopo la contestazione non sono mancati i commenti di chi ha voluto solidarizzare con il sindaco Renzi per quanto accaduto. A cominciare dal presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci: “L’espressione di ogni forma di dissenso deve rimanere sempre nei limiti del confronto civile. Per questo, pur comprendendo il malessere e la delusione degli studenti, non è assolutamente tollerabile l’aggressione verbale di cui è stato fatto oggetto questa mattina il sindaco di Firenze”. “Al sindaco di Firenze – conclude Barducci – va la solidarietà mia personale e della Provincia di Firenze. Agli studenti rivolgo un invito affinché' non cadano nella trappola di chi ha interesse a delegittimare le giuste rivendicazioni dei giovani, attraverso forme di violenza inutili e controproducenti”.

Molto più duro il commento dell’onorevole Gabriele Toccafondi, coordinatore fiorentino del Pdl: “Quei ragazzi che, durante una manifestazione della Rete dei collettivi fiorentini, hanno circondato il Sindaco insultandolo e poi, proseguendo verso Piazza del Duomo, hanno gettato un fumogeno dentro il presepe, sono dei cialtroni ideologizzati”. “La città – ha continuato Toccafondi – deve reagire perché quanto accaduto non può essere semplicemente definito una ‘ragazzata’. Un conto è protestare comunicando in modo democratico le ragioni del proprio dissenso, un conto è l'insulto e il vandalismo. Quanto succede, spesso e volentieri, alle manifestazioni della Rete dei collettivi fa capire che una certa cultura ideologizzata e violenta sembra proprio non voler morire mai in questa città”.

ROSSI – Nel pomeriggio sono arrivate anche le parole del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: “Non c’è dissenso, per quanto radicale, che possa giustificare il ricorso alle offese e alla violenza, anche solo verbale. La contestazione subita stamani dal sindaco, da parte di un gruppo di studenti, è assolutamente inaccettabile. A Matteo Renzi va la mia solidarietà e quella di tutta la giunta regionale”. “Ai responsabili della contestazione – sottolinea Rossi – rivolgo invece l'invito a riflettere subito e bene sul grave danno che il ricorso a tali metodi porta alle giuste ragioni di giovani e studenti, che sono le prime vittime della crisi che colpisce il paese”.

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