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Cronaca Centro Storico / Piazza degli Strozzi

Poste Italiane taglia i portalettere. I sindacati scendono in piazza

Sono 126 in provincia di Firenze i postini tagliati, circa 550 in tutta la Toscana a fronte di una riorganizzazione delle zone di recapito. I sindacati: "Che fine faranno i lavoratori?"

Il postino suona sempre due volte, è il titolo di un vecchio film in bianco e nero. Famosissimo. Nella provincia di Firenze ed in tutta la Toscana tuttavia il postino potrebbe bussare "due volte a settimana". Questa è la maggiore preoccupazione dei sindacati e dei lavoratori che nel primo pomeriggio di oggi si sono con condensati in piazza Strozzi. Si perché Poste Italiane sta mettendo in pratica una riorganizzazione del servizio postale. In quest’ottica l’azienda ha deciso di tagliare 126 postini nelle provincia di Firenze e circa 550 in tutta la Toscana. Come? Accorpando le zone di recapito, ovvero meno postini per un territorio più grande da ricoprire. “L’azienda ha scelto di effettuare un taglio orizzontale e trasversale al servizio – raccontano Claudio Bellatti di Cgil, Marco Nocentini della Cisl e Renzo Nardi della Uil – ed ancora non ci ha comunicato le strategie di ricollocamento del personale tagliato adibito al servizio”.

In pratica non si parla di posti di lavoro persi, ma di una ridistribuzione della forza lavoro “per adesso fatta all’oscuro, al buio, senza certezze”. I nodi da sciogliere per le parti sociali sono molti, a cominciare dall’efficienza del servizio: “Un accorpamento di questa mole non solo aumenta i carichi di lavoro per chi dovrà coprire zone sempre più vaste, ma allo stesso tempo rende poco produttivo ed efficiente il servizio. Ve lo immaginate quei paesi di montagna in cui la posta sarà recapitata due volte a settimana. Con questa operazione si va ad inficiare la natura stessa del servizio”.

Manifestazione dei postini contro il tagli del servizio

Cambiano i tempi e le dinamiche, le Poste sono di fronte ad passaggio storico e decisivo. Internet ha cambiato e stravolto tutto. Mail, social network, servizi web di ogni genere, hanno senza alcun dubbio stravolto radicalmente il sistema della comunicazione, e delle relazioni interpersonali. Così la funzione e l’essenza della posta e delle cassette postali. E questo è noto. Non è un fatto secondario infatti che il gruppo Poste Italiane abbia chiuso il 2011 con un attivo di 846 milioni di euro, secondo solo ad Eni. Ma in questo quadro magico, i servizi postali, sono in perenne perdita. “Negli ultimi anni – continuano i rappresentanti sindacali – i vertici aziendali hanno puntato decisi in quei prodotti veicolabili e fruibili via web, dimenticandosi completamente dei servizi postali. Così mentre da una parte si è puntato su strategie futuristiche dall’altra si stanno perdendo tutte le commesse dei servizi postali; per questo il settore specifico è in sofferenza. È questo è un grosso problema manageriale, che ora i vertici vogliono far pagare ai lavoratori”.

I sindacati quindi chiedono all’azienda precisazioni e tutele: capire che fine faranno e dove saranno ricollocati i dipendenti tagliati dalle zone di recapito. Ma non solo, in ballo c’è anche una grossa questione occupazionale proiettata nel breve e nel lungo termine. “Fino ad oggi – hanno sottolineato – il personale tagliato da queste riorganizzazioni aziendali è stato ricollocato nei servizi di sportello o hanno beneficiato degli esodi incentivati. Ma in futuro, se il trend è questo, non vorremmo si cominciasse a tagliare i posti di lavoro veri e propri. Anche perché l’azienda ancora non ha siglato nessun accordo con l’Inps; un dato che non ci tutela e ci preoccupa molto”.
 

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