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Cronaca

Firenze, piazza piena per la Palestina: "Stop ai crimini israeliani" / FOTO

Presidio di solidarietà in piazza San Lorenzo, l'imam Elzir: "Dire la verità, c'è un occupante e un occupato"

Centinaia, almeno un migliaio ma forse di più, le persone in piazza San Lorenzo questo pomeriggio a Firenze, in solidarietà alla Palestina e al popolo palestinese, dopo i bombardamenti degli ultimi giorni da parte di Israele nella striscia di Gaza che hanno causato decine e decine di morti, compresi molti bambini.

Il presidio era organizzato da diverse sigle vicine alla causa palestinese, tra cui l'associazione di amicizia italo-palestinese, e della sinistra come Potere al Popolo, Firenze città aperta, Carc, Partito Comunista, Pci.

Tantissime le bandiere palestinesi, tra cui un grande drappo di una quarantina di metri quadri tenuto da giovanissime ragazze, e i cartelli. 'Stop al genocidio', 'Gerusalemme capitale della Palestina', 'Anche i bambini di Gaza vogliono giocare', 'Rompiamo il silenzio, Palestina libera', 'Non è un conflitto, è apartheid', il tenore dei cartelli. Una donna ne tiene uno con su scritto 'We can't breathe since 1948' ('Non possiamo respirare dal 1948'), che ricorda le parole di George Floyd, l'afroamericano ucciso negli Stati Uniti da un agente di polizia e per cui ci furono mobilitazione e manifestazioni anche a Firenze.

Oggi, 15 maggio, per il popolo palestinese è il giorno della Nakba, la 'tragedia', dopo la proclamazione in questo giorno dello Stato di Israele nel 1948, con l'espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi da quelle che fino a qual momento erano state loro terre, e costretti ad andarsene dalle loro città e dai loro villaggi.

Da quel momento l'espansione dello Stato d'Israele e la colonizzazione forzata di terre sottratte ai palestinesi non si è più fermata. "Dobbiamo dire parole chiare. In campo non ci sono due estremismi. E' necessario dire la verità, da una parte c'è un occupante, Israele, e dall'altra una popolazione occupata dal 1948", le parole dell'imam di Firenze, Izzedin Elzir, in piazza al fianco, tra gli altri, dei rappresentanti della comunità senegalese. Tantissimi i giovani e giovanissimi in piazza, soprattutto ragazze.

"Siamo qui per ricordare i 73 anni dalla Nakba ma anche per l'attualità, per ricordare come uno degli eserciti più potenti del mondo, quello israeliano, sta uccidento, facendo massacri e perpetrando crimini contro l'umanità nei confronti del popolo palestinese, che ha l'unica colpa oggi, nel 2021, di chiedere libertà e giustizia. Siamo qui per dire che siamo con il popolo palestinese", prosegue Elzir.

Sul fronte israeliano si parla di 'reazione', 'risposta' e 'difesa' nei confronti delle centinaia di razzi sparati da Gaza, ad opera di Hamas, verso Israele. Razzi che hanno costretto la popolazione isareliana ad andare nei rifugi e che hanno causato anche alcune vittime. La sproporzione di forze e di vittime, a danno del popolo palestinese, è però enorme e sotto gli occhi di tutti.

"Quello che sta succedendo ora in Palestina è iniziato con l'occupazione della spianata delle moschee a Gerusalemme da parte della polizia israeliana, ma tutto è cominciato nel 1948, quando 800mila palestinesi sono stati cacciati dalle loro case e oltre 500 villaggi distrutti, con la complicità delle potenze occidentali, mentre le macerie venivano minate perché non potessero tornare. Questa cosa si chiama con un solo nome, pulizia etnica", dice al megafono Lorenzo Alba, esponente fiorentino di Potere al Popolo.

"Non si tratta di escalation di violenza, ma di massacro, di genocidio, di apartheid ed è vergognosa la censura in atto, come lo schieramento di tutti i principali partiti politici italiani con Israele e la foto di Letta (il segretario del Pd, ndr), con Salvini e gli esponenti di Fratelli d'Italia e Forza Italia, tutti in fila insieme alla comunità sionista di Roma", aggiunge Alba.

Destra e Lega si schierano invece a fianco di Israele. "In piazza c'erano i supporter di Hamas, i fan dei missili da Gaza, il cui unico obiettivo è la distruzione di Israele e che continuano ad avvelenare i pozzi con la solita propaganda ideologica antisionista. C'erano 'Hamas Boys' che invece di protestare contro i terroristi che si fanno scudo dei civili palestinesi per portare avanti la politica del terrore inneggiano contro Israele ed il suo popolo. Sempre della parte di Israele e del suo diritto a difendersi ed esistere, perché l’antisionismo è la più moderna forma di antisemitismo", scrive in serata in una nota il consigliere della Lega e vicepresidente del consiglio comunale Emanuele Cocollini, che propone di mettere una bandiera di Isarele a Palazzo Vecchio.

Critiche e parole, quelle di antisemitismo e quelle del 'diritto a difendersi', che però la piazza rimanda al mittente. "Non c'entra nulla l'antisemitismo, siamo amici del popolo ebraico ma contro la politica del governo israeliano. Il popolo palestinese da oltre 70 anni subisce un'occupazione e un'aggressione. Criticare la politica di un Paese non significa criticare la religione di un popolo", dice un anziano manifestante, in piazza con una mappa che mostra quanto la colonizzazione di Israele sulle terre un tempo palestinesi sia aumentata a dismisura dal 1947 ad oggi. "Non siamo antisemiti e il 'diritto alla difesa' non c'entra nulla. Quella di Israele è un'aggressione militare e un'umiliazione quotidiana che dura da decenni nei confronti del nostro popolo", dicono tante altre voci al megafono e in piazza. I numeri delle vittime, va detto, non solo degli ultimi giorni ma dal 1948 ad oggi, stanno lì a dimostrarlo.

FOTO - Piazza piena in solidarietà con la Palestina

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