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Cronaca

La marea dei 20mila al fianco dei lavoratori Gkn: “Il governo fermi i licenziamenti” / FOTO

Grande corteo attraversa tutta la città, il Collettivo di Fabbrica: “Il governo se vuole può fare un decreto in mezz'ora”

Una tale marea umana non si vedeva da tempo. In 20mila hanno sfilato questo pomeriggio a Firenze al fianco dei lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio, messi alla porta il 9 luglio scorso dalla proprietà, il fondo di investimento inglese Melrose Industries.

Il serpentone, come ogni iniziativa Gkn, era aperto dallo striscione 'Insorgiamo', seguito da quello 'Firenze ribella e mai doma'. Al fianco dei 422 operai licenziati, senza contare l'indotto, in piazza sono scesi lavoratori e persone comuni giunti da tutta la Toscana e anche da tutta Italia. A cominciare dalla delegazione dei lavoratori Whirpool di Napoli, anche loro licenziati in tronco.

“Oggi la collettività ha risposto all'appello di una fabbrica contro il licenziamento di centinaia di lavoratori. Il governo ora ci propone solo ammortizzatori sociali per accompagnarci alla disoccupazione e distruggere un patrimonio collettivo”, dice Dario Salvetti, del Collettivo di Fabbrica.

Una prospettiva inaccettabile, soprattutto per un'azienda, come non si stancano di ripetere i lavoratori, sana.

“Respingiamo la cassa integrazione per cessazione di attività perché si tratta di un'azienda che va bene, un fondo, una multinazionale che vuole solo andare da un'altra parte. Il governo intervenga con leggi che non consentano alle aziende di andarsene. Non si comincia un 'piano di ripresa e resilienza' licenziando”, sottolinea del resto anche Francesca Re David, segretaria nazionale della Fiom Cgil e presente al corteo, in vista del nuovo tavolo ministeriale previsto per lunedì 20 settembre.

“A quel tavolo - chiede Salvetti come unica condizione -, chiediamo il ritiro dei licenziamenti. Il governo decreti d'urgenza per prolungare, anche retroattivamente, i tempi delle procedure del licenziamento collettivo, portandole da 75 giorni ad un anno. Così ci sarà il tempo di approvare una vera norma anti delocalizzazione”, dice quello che è diventato il leader della lotta operaia della Gkn e probabilmente non solo. “Dicono che non c'è tempo? In pandemia i decreti d'urgenza si approvavano in mezz'ora”.

Sfilano bandiere rosse e svariati simboli di altrettante sigle comuniste e socialiste, dai Carc fino a Rifondazione comunista, passando per Potere al Popolo, l'Arci, l'Usb, l'Anpi, che ha sposato senza alcun tentennamento questa battaglia, il Cpa. Ci sono i licenziati Texprint di Prato. Tra gli altri si vedono Marco Rizzo del Partito comunista e Nicola Fratoianni, leader nazionale di Sinistra italiana. “La posta in gioco è difendere i diritti al lavoro, minacciati in tutto il Paese”, dice quest'ultimo.

Nei vari interventi al megafono lungo il percorso, che dopo avere girato intorno alle Fortezza è passato per piazza Indipendenza, San Marco, D'Azeglio, Beccaria, viale Giovine Italia e poi fino a piazzale Michelangelo, la parola la prendono però soprattutto i lavoratori.

Nei pressi di piazza San Marco viene osservato un minuto di silenzio per l'ennesima vittima sul lavoro, questa mattina, a Campi Bisenzio. “Proprio stamani in un dibattito sentivo un esponente di Confindustria piagnucolare per le troppe norme da rispettare, mentre parlava è arrivata la notizia dell'ennesimo morto”, dice Salvetti.

Lungo il percorso non poche volte il corteo è accolto dagli applausi. Del resto la vicinanza alla Gkn in città si respira, basta guardare quante bandiere del Collettivo di Fabbrica pendono alle finestre.

“Non se lo aspettavano nemmeno loro”, commentano gli operai. “Loro”, ovviamente, sono la proprietà “un fondo finanziario che per sua natura produce licenziamenti”, prosegue Salvetti. “Siamo qui non solo per noi, ma per tutto il mondo del lavoro, perché così non può più andare avanti”, dice Marco Tavano, da oltre dieci anni allo stabilimento di Campi.

Ci sono anche gli studenti, universitari e delle superiori. E lavoratori precari. “E' una vicenda che mi ha scioccata. Lavoro in tutt'altro ambito, ma siamo tutti nella stessa barca. Il lavoro non ha più la dignità che dovrebbe avere, come sancisce anche la Costituzione”, dice Giuliana, 26 anni, insegnante precaria di Storia dell'arte, arrivata da Viareggio.

“Io posso dirmi fortunato. Ho un posto fisso da impiegato, ma non potevo non essere in piazza oggi, sia per questi lavoratori sia per il futuro del lavoro, pensando alle mie due figlie”, dice Stefano, 53enne fiorentino. "L'autunno (caldo, ndr) inizia oggi. Il caso Gkn è per tutto il Paese un esempio di come la solidarietà possa diventare lotta politica. Lo stesso grido 'insorgiamo' deve entrare in altri luoghi di lavoro", dice al megafono un esponente del Cpa.

Tra i tanti striscioni, anche quello storico che apriva la grande manifestazione del social forum di Firenze del 2002, 'Firenze città aperta ripudia la guerra'. Mercoledì 22 settembre scadono i 75 giorni della procedura di licenziamento. “Cosa faremo se la procedura non si ferma? Come sempre, lo decideremo in assemblea di fabbrica”, dice, con calma ma fermezza estrema, Dario Salvetti. Una cosa da queste parole appare certa, la resistenza di questi operai non si piegherà facilmente.

FOTO - Gkn, in 20mila sfilano a Firenze al fianco dei lavoratori

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