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Cronaca Centro Storico / Piazza San Lorenzo

Proteste: 'Manif pour tous' in Regione, fuori il presidio contro l'omofobia

Arcigay, comitati gay e lesbiche e diritti LGBT hanno organizzato un flash mob in polemica con l'iniziativa dell'associazione Manif pour tous sostenuta dai gruppi consiliari del Nuovo Centrodestra e di Fratelli d'Italia in Regione

Una sessantina di manifestanti di molteplici sigle di Arcigay, comitati gay e lesbiche e diritti LGBT hanno tenuto poco fa un flash mob in via Cavour sotto il palazzo della Regione in aperta polemica con l'iniziativa dell'associazione Manif pour tous sostenuta dai gruppi consiliari del Nuovo Centrodestra e di Fratelli d'Italia “sull’ideologia gender e la libertà d’espressione”. L’accusa è di esprimere posizioni chiaramente omofobe. “Gli spazi istituzionali dovrebbero essere di tutti – ha lamentato Marco Ravaioli, uno dei portavoce delle associazioni Lgbt –. NCD e Fratelli d'Italia hanno organizzato un convegno che sostanzialmente si oppone all’espansione dei diritti per le persone LGBT. Un convegno che attacca tutte le nostre rivendicazioni, accusandoci di far parte di una fantomatica ideologia gender e questo succede in uno spazio istituzionale della Regione. Il presidente della Regione si è dissociato dalla pagina di Facebook da questa iniziativa – prende atto Ravaioli –. Siamo qui per rimarcare che la società civile è qui a opporsi a questo atto che consideriamo una propaganda contro i diritti e la laicità dello Stato”.

A portare la propria solidarietà ai manifestanti alcuni esponenti politici toscani. In primis la consigliera regionale di Fds-Verdi, Monica Sgherri che se la prende col presidente del consiglio regionale, Alberto Monaci: “La mia partecipazione è di totale adesione a questo presidio di protesta e nel merito ho mandato una lettera sia a Monaci che a Rossi dove chiedevo di ritirare la concessione della stanza, perché va contro i presupposti dello Statuto – ha detto Sgherri all’Agenzia Dire –. Ogni gruppo consiliare non ha un limite di espressione di un’opinione politica, ma ci sono limiti alle attività che vanno contro allo statuto. Per questo ho chiesto il ritiro. Ad oggi il silenzio che ho ricevuto è inquietante. Secondo me il presidente della giunta regionale, Rossi è anche un consigliere di grande peso e avrebbe fatto bene a chiedere a Monaci di soprassedere. Chiedo di precisare che il consiglio non aderisce né promuove iniziative di questo tipo. Non si creda che si chieda una sala a nome di un gruppo per poi mettere il logo della Regione”.

Presenti al presidio anche il consigliere regionale di Sel, Mauro Romanelli e due consigliere del Pd, Daniela Lastri e Vanessa Boretti: “I due gruppi che hanno organizzato l’iniziativa si prenderanno le proprie responsabilità – ha spiegato Lastri –. Io penso, anzitutto, che siamo in una Regione che dal 2004 prevede un intervento antidiscriminatorio. Quindi, molto abbiamo fatto sotto il profilo normativo e nelle scuole perché questo tema della diversità, ovvero che ci sono famiglie anche omosessuali e lesbiche, fosse da considerare un fatto naturale in tutte le società. Credo che bisogna prendere atto di questa cosa, anche da parte dei movimenti più integralisti. La società è formata anche da famiglie di questo tipo. La cosa importante è non creare la fobia, cioè non creare contesti che rischiano di creare gravi discriminazioni che si portano avanti per tutta la vita”. La posizione di Manif pour tous – ha proseguito Lastri – “non può passare come maggioritaria. Il consiglio regionale ha bocciato recentemente una mozione dei gruppi Ncd e Fratelli d’Italia contro le famiglie arcobaleno”.

San Lorenzo: flash mob contro l'omofobia

La manifestazione delle associazioni gay, lesbiche e diritti Lgbt poi si è spostata da via Cavour – come da programma – a piazza San Lorenzo a meno di cento metri dal palazzo della Regione. Alla protesta due ex candidati sindaci per le elezioni comunali a Firenze: Tommaso Grassi di Sel e Miriam Amato del Movimento 5 Stelle, entrambi risultati eletti nel prossimo consiglio comunale. “È un’associazione dai caratteri chiaramente omofobi”, ha dichiarato Grassi in relazione a Manif. “Avevamo protestato sotto Palazzo Vecchio quando venne concesso loro il salone dei Duecento, replichiamo oggi sotto la Regione sperando che sia l’ultima volta e che tutti si rendano conto che c’è bisogno di più diritti e non di ospitare associazioni che vorrebbero distruggerli. Rilanciamo che per noi – ha continuato Grassi – non esiste una famiglia, ma ci sono le famiglie. Le vere manifestazioni sono come quella delle famiglie arcobaleno organizzata a Firenze”. Sulla stessa lunghezza d’onda la consigliera pentastellata, Miram Amato: “Porterò la battaglia per i diritti in consiglio comunale, senz’altro. Questi dovrebbero essere diritti universali naturali come l’essenza dell’essere umano. Peraltro questo è stato uno dei primi impegni in Parlamento del Movimento 5 Stelle”. Agenzia Dire

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