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Cronaca

Maniaco, colpito in carcere da un manico di scopa lanciato da un altro detenuto

L'uomo è sotto continuo controllo all'interno della cella di Sollicciano. L'artigiano da quando è arrivato in carcere non è uscito dalla sua cella ne per mangiare ne andare nelle docce

Riccardo Viti sottoposto a una continua sorveglianza nel carcere di Sollicciano. Si teme infatti possa compiere atti di autolesionismo o, come riporta La Nazione, peggio ancora. Tanto che viene monitorato e assistito in modo costante da guardie e psicologici.

Non è neanche escluso che l’idraulico fiorentino, accusato dell’assassinio della 26enne romena trovata sotto il cavalcavia di Ugnano, possa essere trasferito nell’area dei “protetti”: quella di collaboratori di giustizia e detenuti che si sono macchiati di reati come la pedofilia. Infatti senza una sorta di isolamento, il rischio che possa entrare nel mirino di altri carcerati esiste,  per una sorte di codice d’onore vigente nelle prigioni nei confronti di chi pone violenza su donne e bambini.  Come dimostra il primo il primo atto di dileggio a cui è stato esposto Viti; che, mentre veniva trasferito in isolamento, è stato colpito da un manico di scopa lanciatogli da un altro detenuto.

Arnese quest’ultimo che il 55enne avrebbe usato per seviziare la lucciola morta a Ugnano. Viti non è rimasto ferito sebbene sia stato visitato in infermeria. Da quando è stato portato nel carcere Viti non è mai uscito dalla sua cella,  ne' per mangiare ne' andare nelle docce.

SOCIAL – Per oggi è attesa la convalida del fermo da parte del gip. Intanto la rete si è scatenata sia su twitter sia su facebook. Cinguettii con l’hastang #mostrodifirenze o #mostrodiugnano  e un paio di pagine intitolate a Viti, tutti con commenti durissimi.

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