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Cronaca

Caso Malika, chiusa l'inchiesta: genitori verso il processo. Ma anche lei rischia: esposto Codacons per truffa aggravata

Il pm: "molestie, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e violenza privata". Nel mirino dell'associazione dei consumatori le spese della giovane grazie alla raccolta fondi

Caso Malika Chalhy, c'è una doppia novità: non sul fronte del gossip o delle polemiche, stavolta, ma su quello giudiziario. Da un lato, infatti, la procura di Firenze ha chiuso l'indagine sui genitori della 22enne di Castelfiorentino (FI) i quali, secondo le accuse, l'avrebbero cacciata di casa dopo che la giovane ha rivelato di amare una donna.

I reati ipotizzati dal pm Giovanni Solinas, titolare dell'inchiesta a seguito della denuncia fatta dalla giovane nei mesi precedenti all'esplosione sui media del caso, sono molestie, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e violenza privata. Quest'ultimo reato riguarda il fatto che i genitori avrebbero cambiato la serratura di casa, bloccando la giovane dal poter riprendere le sue cose.

Castelfiorentino: caso Malika, si muove la procura

La procura dovrà adesso chiedere il rinvio a giudizio o l'archiviazione delle accuse o di una sua parte. Probabile comunque che i due genitori verranno processati.

D'altro canto, però, la stessa procura di Firenze sta valutando se iscrivere nel registro degli indagati proprio Malika, a seguito dell'esposto presentato dal Codacons sia nel capoluogo toscano sia presso la procura di MIlano.

Codacons: "Avviare indagini per truffa aggravata"

Nell'esposto l'associazione di consumatori ipotizza la truffa aggravata, a causa delle spese (Mercedes, cane di razza) effettuate dalla giovane grazie all'importante cifra raccolta grazie alla raccolta fondi scattata a seguito dell'esplosione mediatica del caso. 

Malika Chalhy: la sua storia al Maurizio Costanzo Show

"La vicenda di Malika dimostra ancora una volta come nel settore regni l'anarchia - sostiene il Codacons - chiunque può chiedere soldi ai cittadini attraverso piattaforme come Gofundme, ma poi non c'è alcun controllo sulla reale destinazione dei soldi raccolti, e le stesse società che ospitano le campagne di solidarietà declinano qualsiasi responsabilità per eventuali usi non conformi dei fondi donati dai cittadini".

La replica di Malika dopo la bufera sulla Mercedes: spunta anche un cane da 2.500 euro

Quindi l'associazione aggiunge: "Abbiamo deciso di presentare un esposto alle procure della Repubblica di Milano e Firenze, affinché avviino una indagine sulla vicenda alla luce della possibile fattispecie di truffa aggravata, accertando i fatti e le relative responsabilità anche nei confronti dei gestori delle piattaforme che ospitano le raccolte fondi, per omissione di controllo e concorso in eventuali reati che saranno ravvisati".

Caso Malika Chalhy: perplessità della comunità lgbt

La vicenda Malika Chalhy sta naturalmente facendo discutere la comunità Lgbt e in tanti non nascondono la preoccupazione per un possibile ritorno di immagine negativo per la stessa comunità.  "A causa di Malika, adesso gli omofobi hanno un'arma in più per screditare la causa Lgbt. Esattamente quello che andava evitato" il ragionamento che corre sui social in questi giorni.

Il timore e le perplessità non mancano, specie per quanto riguarda il rischio strumentalizzazione: "La storia di Malika mi fa rabbia - scrive un utente Twitter - perché sicuramente verrà strumentalizzata, si inizierà a dire 'eh i gay e le lesbiche visto che fanno? Si approfittando della buona gente'".

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