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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Caso Magherini: i carabinieri condannati querelano padre e fratello di Riccardo

Il caso finisce anche in parlamento, con l'onorevole Tea Albini che chiede ai ministri di difesa, interni e giustizia di sospendere i militari condannati

All'indomani della sentenza del processo per la morte di Riccardo Magherini, i tre carabinieri condannati in primo grado per omicidio colposo annunciano querela per diffamazione contro gli amministratori della pagina Facebook 'Gli amici del Maghero', gruppo che conta oltre 15mila membri, e contro gli autori di alcuni post. Querela dunque anche per Guido e Andrea Magherini, rispettivamente padre e fratello di Riccardo e tra gli amministratori del gruppo.

La decisione di querelare i familiari di Riccardo, morto il 3 marzo 2014 in borgo San Frediano durante l'arresto da parte di quattro carabinieri, tre dei quali condannati per omicidio colposo a 7 e 8 mesi di reclusione dalla sentenza emessa mercoledì scorso, 13 luglio 2016, è stata resa nota ieri da uno degli avvocati dei militari, Simona Volpi, durante un incontro stampa. La notizia viene riportata anche sulla pagina Facebook degli 'Amici del Maghero'.

L'avvocato ha reso noto di avere inoltrato una diffida con la richiesta di rimuovere "i post diffamatori nei confronti dei carabinieri" annunciando inoltre una causa civile "per chiedere il risarcimento dei danni" e non escludento, nel futuro prossimo, ulteriori querele per diffamazione e minacce nei confronti degli autori di alcuni post, dei familiari di Riccardo Magherini e del giornalista Matteo Calì, autore del libro 'Riccardo Magherini: raccontate la mia storia'.

Il caso Magherini finisce anche in parlamento. L'onorevole Tea Albini (Pd), ex consigliera comunale a Firenze, ha infatti depositato un'interrogazione a risposta scritta ai tre ministri di difesa, interni e giustizia, chiedendo loro di sospendere dal servizio i militari condannati.

Nel testo presentato da Albini la parlamentare chiede di sapere se "i Ministri interrogati, in attesa che la sentenza passi in giudicato, intendano mettere in atto una sospensione cautelativa dal servizio in divisa su strada per incapacità riconosciute a gestire situazioni come quella accaduta a Firenze, così da evitare che possano nuovamente esserci vittime innocenti, ancor più vessate da processi spesso troppo lunghi".

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