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Cronaca San Frediano

Morte Magherini, familiari e avvocato in San Frediano

Si sono riuniti al Teatro del Cestello gli Amici del Maghero, Riccardo Magherini morto durante un fermo avvenuto ad inizio marzo nell'oltrarno fiorentino

Si sono dati appuntamento in piazza del Cestello gli amici di Riky, a pochi metri dal Borgo di San Frediano dove la notte del 3 marzo 2014, Riccardo Magherini, è stato fermato dai carabinieri, soccorso dal 118, ed è morto tra le braccia dei presenti, sotto gli occhi, le telecamere, i registratori di tutti i residenti che formano quel tessuto sociale di testimonianze che rende la vicenda drammatica e paradossale al tempo stesso.
Gli Amici del Maghero (questo il nome del Gruppo Facebook) hanno messo in scena un flash mob nel quale hanno ricostruito il momento del fermo.
Non sembrano essere finiti i colpi di scena visto che i familiari presentano un nuovo esposto e tornano a puntare il dito sugli inquirenti che a detta della difesa avrebbero svolto "atti intimidatori" nei confronti di alcune testimoni oculari. Magherini chiedeva aiuto: "crisi di panico" generata da cosa? L'uso di stupefacenti si è detto, ma l'avvocato della famiglia su questo punto non ci sta "l'esame del medico legale ha evidenziato una presenza bassissima di sostanze".

Di episodi sotto osservazione ce ne sono tanti: le telefonate del 118, le parole dei carabinieri, i "calci" visti e segnalati dai presenti, il modus operandi dei soccorritori del 118, le manette e le chiavi che sarebbero andate perdute al momento di liberare i polsi del fermato per consentire ai sanitari di effettuare la rianimazione, fino alle parole straziate e strazianti di Riccardo che chiede aiuto e poi implora di essere liberato perché "Ho un figlio". 
L'aspetto procedurale è molto delicato, lo sa bene Anselmo che oltre al caso Magherini ha in mano anche il processo Aldrovandi e non solo. Parla per esperienza vissuta e davanti ai cronisti scuote più volte la testa segnalando delle anomalie che non lo convincono e che, anzi, lo portano a pronosticare tempi lunghi e nuove difficoltà lungo il percorso.

"Firenze è un esempio" ha però voluto sottolineare l'avvocato arrivato di corsa da Varese, "perché qui è accaduto qualcosa che non ho mai visto altrove e dobbiamo mantenere alta l'attenzione mediatica altrimenti non andiamo lontano, serve la collaborazione di tutti". A spiegare meglio il concetto è lo stesso Andrea Magherini, fratello di Riccardo "Quella notte c'erano tante persone affacciate in strada, Riccardo poteva essere il fratello di ciascuno di loro e quanto è accaduto non deve ripetersi mai più. Noi ringraziamo tutti e dobbiamo restare tutti uniti. Sarebbe bello se da tutto questo nascesse un grande movimento".

L'avvocato Fabio Anselmo non ha nascosto e non nasconde il personale riconoscimento verso coloro che hanno contribuito a mettere insieme il puzzle di quanto accaduto quella tragica notte ed auspica tempi rapidi, anche se destreggiarsi appare difficile e l'ultima parola spetta al giudice. Guido e Andrea Magherini hanno ricevuto l'abbraccio dell'intera comunità di San Frediano.
 

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