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Cronaca

Inchiesta Open, la difesa di Renzi dalla Leopolda: “Fango contro di me, mi difenderò in tutte le sedi”

Il leader di Italia Viva respinge l'accusa di finanziamento illecito: “Non possono essere i pm a decidere cosa è politica. Ho agito correttamente, gli inquirenti possono dire lo stesso?”

“Noi non abbiamo orchestrato una macchina del fango, noi abbiamo subito una macchina del fango”. Così il leader di Italia Viva Matteo Renzi si difende dalle accuse dei pm fiorentini nell'ambito dell'inchiesta Open, e lo fa dal palco della Leopolda 11, in un lungo intervento che chiude la seconda giornata della kermesse renziana.

La procura di Firenze, in un'inchiesta che vede oltre a Renzi indagate altre dieci persone, tra cui Lotti, Boschi, Carrai e Bianchi (ex presidente della Fondazione Open), contesta all'ex premier il reato di finanziamento illecito ai partiti.

“Tutti i contributi sono arrivati tramite bonifici, in maniera trasparente, non c'è niente di illegale. Di questo parliamo, del fatto di decidere cosa sia politica e cosa no. In un Paese democratico non possono essere i pm a decidere cosa è politica e cosa non lo è”, dice l'ex presidente del consiglio.

Secondo l'ipotesi accusatoria della procura di Firenze la Fondazione Open, che finanziava l'organizzazione della Leopolda, si sarebbe mossa come articolazione di partito e dunque, secondo i pm, avrebbe dovuto sottostare ad obblighi diversi e più stringenti quanto a raccolta e gestione delle donazioni.

L'inchiesta Open, gli indagati e le accuse

Il leader di Italia Viva rigetta al mittente le accuse. “La Leopolda è sempre stato un luogo dove si faceva politica, ma non era né una corrente né un'articolazione di partito, lo dimostrano tutte le polemiche che c'erano sul fatto che non volevamo le bandiere del Pd”, prosegue Renzi. Che poi torna sulle varie fasi dell'inchiesta e attacca i magistrati.

“Sono state fatte perquisizioni con le quali sono stati tolti telefoni e computer a persone non indagate, con operazioni che hanno dispiegato tante forze dell'ordine come nemmeno con i mafiosi. Di me è stato pubblicato tutto, dal conto corrente agli sms riservati, ma io posso parlare di questa vicenda perché non ho nulla da temere. Io ho agito correttamente. Gli inquirenti possono dire la stessa cosa? Secondo me – aggiunge Renzi -, no, ci sono state violazioni guarentigie costituzionali”.

Lo scontro con la magistratura è durissimo. “Se pensavano di trovare uno che molla hanno sbagliato. Mi difenderò in tutte le sedi possibili e chiederò – conclude Renzi -, i danni in sede civile e penale per quello che ho subito”.

AGGIORNAMENTO - Replica dei magistrati: "Da Renzi accuse gravissime e inaccettabili"

L'inchiesta, per la cronaca, si è chiusa il mese scorso e ha prodotto oltre 90mila pagine. I pm dovranno ora decidere se chiedere oppure no il rinvio a giudizio per gli indagati. Domani l'ultima giornata della Lepolda, con le conclusioni di Renzi che dovrebbero vertere, tra le altre cose, su alleanze e prossima elezione del presidente della Repubblica. Niente più su Open, promette il padrone di casa.

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