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Cronaca

Fabbri, il gigante fiorentino alle Olimpiadi: "Ho sconfitto il Covid, ora sono pronto per Tokyo"

Intervista al giovane pesista azzurro: "Sono stato male ma ora sto tornando in forma". "Malato" di Fiorentina: "Il mio idolo? Luca Toni"

Grande e grosso. Che a vederlo fa paura. Ha 24 anni, è alto due metri e pesa più di 100 chili. Così dev'essere un lanciatore del peso in atletica leggera. Da Bagno a Ripoli gira il mondo per gareggiare. In forza all'aeronautica militare è campione italiano ed ha ottenuto risultati pazzeschi, come il primato personale di 21,99 fatto segnare l'anno scorso.

Poi ci parli e trovi un bonaccione: Leonardo Fabbri è un ragazzo semplice ed ironico. E quando pronunci la parola "Fiorentina" non sta più nella pelle. Negli ultimi tempi, come molti, ha subito le conseguenze della pandemia. Ma si è rialzato ed ora è pronto per l'appuntamento più importante: le Olimpiadi.

Leonardo, come vanno i risultati, sei in forma?

"Sto bene, mi sento meglio ogni giorno. Non si direbbe perché le ultime gare le ho fatte molto male. Il peso va sempre più lontano e conto di arrivare a Tokyo nelle condizioni migliori, le gare mi servono per prendere fiducia. Però prima c'è il Golden Gala a Firenze il 10 giugno. Un appuntamento a cui tengo molto perché quest'anno si svolge nella mia città".

Cosa rappresenta per te Firenze?

"Mi sento molto fiorentino. E' una cosa a cui tengo molto, ovunque vada faccio una testa così a tutti con Firenze, decendo che è la città più bella del mondo: lo so, sono di parte, ma in fondo è la verità".

Come hai vissuto la pandemia?

"L'ho vissuta anche sulla mia pelle: sono stato positivo e sono stato anche male. Ho preso il Covid a gennaio in Sudafrica: ho sempre cercato di rimanere tranquillo e di non pensarci. Non sono stato in ospedale ma avevo la saturazione molto bassa. Bisogna accettarlo ed avere pazienza: io ne ho tanta. Il primo tampone negativo ce l'ho avuto il 1° febbraio e inizio a sentirmi bene adesso. Spero per tutti che questa situazione finisca presto, anche perché è triste avere gli stadi vuoti e non poter abbracciare le persone a cui vuoi bene". 

E adesso dove ti alleni?

"Fra Bologna, che è la sede principale, Schio (Venezia), città del mio allenatore e Firenze. Siamo un po' nomadi, ora per esempio siamo a Tirrenia". 

Come si prepara un appuntamento come quello di Tokyo?

"Lavoro con una mental coach per andare a Tokyo e dare tutto quello che ho: bisogna allenare tutto, dal fisico al corpo alla mente, per esprimere tutto in quel momento lì. Sul campo poi si lavora molto: due volte al giorno per 5-6 ore di lavoro".

Raccontaci qualcosa di personale: cosa ti piace fare nel tempo libero?

"Passo più ore su un campo di atletica che a dormire. Per il resto mi piace andare al cinema o in centro con la mia ragazza. Mi piace ascoltare la musica e mi rilasso giocando alla Playstation. E soprattutto c'è la Fiorentina".

Sei tifoso? Come hai iniziato ad appassionarti?

"E' un amore è nato in famiglia, trasmesso dal babbo: fin da piccolo guardavo le partite con lui. Quest'anno è stato un po' deludente ma la squadra va sostenuta a prescindere. Mi aspetto per il futuro un progetto serio, che manca da anni, per tornare a divertirsi, e magari in Europa".

Chi è il tuo idolo calcistico?

"Nel 2005-2006 mio babbo mi portò allo stadio a vedere la prima partita: era un Fiorentina-Udinese. Vincemmo per 4-2 con una doppietta di Toni, che in quella stagione segnò 31 gol. Per tutti quelli della mia generazione Toni è stato un idolo". 

Tornando alla realtà, perché proprio il getto del peso? A Firenze c'è una grande tradizione...

"Alessandro Andrei è un mito, è stato campione olimpico, battere un suo record (con 21,59 metri, il primato italiano indoor che resisteva da 33 anni) mi ha fatto impressione: è stata un'emozione. In realtà ho iniziato come velocista: mio babbo faceva i cento metri. La passione per l'atletica me l'ha trasmessa lui: quando ero bambino giocavo a pallone sul campo degli Assi, dove lui si allenava. Io ho iniziato a Sorgane: ho sempre fatto un po' di tutto, la prima gara che ho vinto è stata di velocità. Fisicamente sono sempre stato grande e grosso: ho iniziato a fare i lanci e, vedendo che mi riusciva, mi sono appassionato. Direi che ora non mi posso lamentare di quella scelta...".

Cosa ti aspetti per le Olimpiadi?

"L'obiettivo è la finale. Nel peso al momento il livello è molto alto, ambire a qualcosa di più non è ancora alla mia altezza. Un pesista raggiunge la maturità a 28-30 anni, quindi lavoriamo in ottica Parigi 2024. Sono giovane e vado a Tokyo per fare esperienza, ma non vado certo per fare tre lanci e venir via. Quando sarò lì darò tutto".

La gara del peso alle Olimpiadi si svolgerà il 3 agosto: in Giappone sarà sera, in Italia mattina. L'eventuale finale ci sarà nella mattina del 5 agosto di Tokyo, quando in Italia saranno ancora le 2 di notte.

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