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Cronaca

Festa della Donna: 8 marzo senza stipendio per le lavoratrici Stefan | FOTO

Ennesima protesta delle dipendenti, da mesi senza stipendio e a rischio licenziamento. La Filcams Cgil: "Situazione inaccettabile, le istituzioni facciano di più"

“Non vogliamo le mimose, ma i nostri stipendi”. E’ un 8 marzo amaro per le dipendenti, sono quasi tutte donne, della Stefan, la S.p.a. attiva da una ventina d’anni prevalentemente in Toscana ma presente anche in Emilia Romagna e Liguria. La prolungata crisi aziendale, accentuata, secondo i sindacati, da una gestione irresponsabile, ha travolto le lavoratrici. Che, in Toscana, sono già calate da circa 500 a 313. Stamattina, sul Ponte Vecchio, l’ennesimo presidio.

“Nel giorno della Festa della Donna - si legge nel comunicato diffuso -, manifestiamo per chiedere rispetto e denunciare una situazione divenuta insostenibile”. Negli ultimi mesi sono chiusi i punti vendita di Sesto Fiorentino, Scarperia, Empoli, Viareggio. L’azienda è sotto accusa: stipendi arretrati, maternità non pagate, procedure di mobilità non rispettate, arroganza e disprezzo dei diritti minimi dei lavoratori. “Le dipendenti dei negozi che hanno chiuso devono ancora avere 7 mensilità – spiegano le manifestanti -, chi tuttora lavora ne deve avere 4”. Però mutui e bollette, come si legge in uno striscione, vanno pagati tutti i mesi.

“Sono in maternità non pagata – dice Veronella Sernissi, rappresentante della Rsa -. Aspetto da tempo anche 5 mensilità di ferie arretrate”. “Siamo senza stipendio da metà agosto”, aggiungono Lara e Laura, in ferie forzate dopo la chiusura a Viareggio, a fine dicembre: “Dalla sera alla mattina, senza alcun preavviso”. “Stefan l’amico di famiglia? – recita un cartellone parafrasando la pubblicità -. Bugie e falsità, ci hanno rubato i sogni e la dignità”.

Protesta lavoratrici Stefan a Firenze

Le lavoratrici e i sindacati chiedono più impegno e solidarietà da parte delle istituzioni. Non si capacitano di come il tribunale di Prato lo scorso 20 novembre abbia potuto concedere lo stato di pre-concordato. “Grazie al quale – spiega Enrico Talenti della Filcams Cgil -, l’azienda gode di 120 giorni di blocco dei pagamenti e delle ingiunzioni, con il solo obbligo della rendicontazione mensile. E l’amministratore unico Giuseppe Videtta ha smesso di pagare gli stipendi dicendosi autorizzato dal giudice”.

Eppure sul sito della società ancora oggi si legge: “Cerchiamo fondi commerciali in zona Firenze sud. Punti vendita in apertura”. Una beffa, perché i sindacati non ne sanno niente. “Si scherza con le vite delle persone, l’azienda non può fare quello che vuole”, si sfoga Talenti, lanciando un ultimo appello alle istituzioni: “E’ una situazione insostenibile, basta. Questi comportamenti devono essere sanzionati”.

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