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Cronaca

Carcere di Solliccianino: inaugurata lavanderia che dà lavoro ai detenuti | FOTO

Inaugurato all'istituto penitenziario Mario Gozzini il progetto 'Lav(or)iamo Insieme', nato dalla collaborazione tra Caritas e carcere. Tre detenuti laveranno lenzuola e asciugamani dei centri di accoglienza Caritas'

E’ stata inaugurata ieri nel carcere a custodia attenuata ‘Mario Gozzini’, più noto come “Solliccianino”, una nuova lavanderia che darà lavoro, all’interno del penitenziario, a tre detenuti. Si tratta, in realtà, di un ampliamento della vecchia lavanderia utilizzata per le esigenze interne al carcere. Il progetto, nato dalla collaborazione tra la Caritas di Firenze e l’istituto penitenziario, ha permesso di acquistare due nuove lavatrici ed una essiccatrice, e mira alla formazione professionale e all’inserimento lavorativo dei detenuti. I tre inizialmente selezionati saranno regolarmente assunti dalla Cooperativa San Martino, che, promossa dalla Caritas fiorentina, gestirà il progetto all’interno del Gozzini.

“Per il momento la lavanderia si farà carico del lavaggio di lenzuoli, asciugamani e federe delle strutture della Caritas, per circa 350 posti letto, oltre che del servizio docce e delle esigenze interne al carcere – spiega Francesco Grazi, responsabile area carcere della Caritas di Firenze -. Col tempo speriamo di avere ulteriori commesse da altre strutture ricettive, così da poter coinvolgere altri detenuti”. Perché se i detenuti lavorano non solo passano il tempo in maniera più utile e produttiva, ma possono imparare un mestiere da spendere una volta tornati in libertà. “A questo proposito ci stiamo già impegnando a contattare lavanderie dove possano essere impiegati una volta usciti”, spiega Grazi.

I detenuti (l’italiano Claudio, ex venditore ambulante, il marocchino Moustafà, ex sarto, e il tunisino Abdel, un tempo magazziniere), lavoreranno part time, 20 ore a settimana. Percepiranno un piccolo salario, da utilizzare per l’acquisto di generi alimentari, di prodotti per la pulizia o da inviare alle famiglie fuori dal carcere. Il “Solliccianino”, così detto per la vicinanza al più noto Sollicciano e per le ridotte dimensioni, è un carcere a custodia attenuata. Vi sono reclusi detenuti che devono scontare pene ridotte e che non presentano alta pericolosità sociale.

“Ci sono 70 detenuti per 72 posti disponibili - dice Margherita Michelini, la direttrice dell’istituto -, oltre alla sezione dei semiliberi, 20 detenuti che il giorno lavorano fuori e rientrano per la notte”. Un’eccezione rispetto al cronico sovraffollamento delle carceri italiane (a Sollicciano sono reclusi oltre mille detenuti, ma la capienza regolamentare è di circa 470 posti). Nonostante questo i problemi non mancano.

Lavanderia nel carcere Mario Gozzini

“I tagli agli enti pubblici hanno riguardato anche l’amministrazione penitenziaria – continua Michelini -. E’ molto più difficile mettere in piedi progetti che diano un lavoro vero ai detenuti. Dunque ben vengano iniziative come quella inaugurata oggi. Prima lavoravano tutti qui, oggi solo il 30% dei presenti”. Un danno per tutti, perché è dimostrato che i detenuti reinseriti a livello lavorativo hanno meno propensione a tornare a delinquere. Al Gozzini sono attivi anche un corso di ortovivaismo ed uno di edilizia. Altri detenuti lavorano in cucina, nella manutenzione della struttura, nella distribuzione della spesa e nel servizio di pulizia. Da poco sono stati piantati alcuni olivi ed è in allestimento un’area verde per i colloqui con i figli minori. “L’età media dei reclusi è bassa, sui 35 anni – prosegue Michelini -. Lo sport è importante, vorremmo risistemare il campo da calcio e farlo in sintetico, ma servono 36mila euro”.

All’evento ieri erano presenti anche l’assessore provinciale al sociale Antonella Coniglio, il direttore della Caritas di Firenze Alessandro Martini e il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Carmelo Cantone.

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