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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Mancano i medici di base, la decisione della Regione: ammessi anche i tirocinanti

Le misure saranno valide fino al 31 dicembre 2022

La Toscana ha raggiunto un accordo per cercare di offrire una migliore copertura dell’assistenza primaria e lo fa ammettendo i laureati in medicina, ancora tirocinanti, a svolgere compiti di medico di base. Lo prevede uno schema di accordo tra Regione Toscana e organizzazioni sindacali approvato dalla giunta regionale per mettere in campo misure necessarie per agevolare "l'adeguata copertura del servizio di assistenza primaria e assicurare l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza sul territorio".

Nel dettaglio l'accordo prevede che ogni medico che frequenta il corso di formazione potrà acquisire fino a 800 assistiti il primo anno di frequenza del corso e fino a 1.500 assistiti il secondo e il terzo anno. Inoltre, nelle situazioni in cui sia necessario attribuire incarichi provvisori o aumentare il numero degli assistiti oltre il massimale individuale (fino a 1.800), sarà assicurato ai medici il supporto di personale di segreteria che faciliterà le operazioni di prenotazione delle visite o la richiesta di prescrizioni. Le misure saranno valide fino al 31 dicembre 2022.

"L'adozione di questi interventi straordinari - spiega l'assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini - è per garantire la copertura assistenziale a livello territoriale a fronte della carenza dei medici di medicina generale, con difficoltà nell'assegnazione degli incarichi in convenzione e di quelli provvisori o di sostituzione dei medici titolari".

"In attesa che l'aumento del numero delle borse di studio per i tirocini in medicina generale producesse i suoi effetti - spiega Alessio Nastruzzi, segretario regionale Fimmg in Toscana - il Ministero aveva emanato decreti per l'utilizzo in medicina generale dei tirocinanti del Corso di formazione specifica (Cfsmg) prima del conseguimento del diploma". Alessio Lambardi, presidente regionale Snam, ha chiesto "un impegno per incrementare i numeri di accesso alla facoltà di medicina e chirurgia" mentre Nicola Marini, segretario regionale Smi, auspica che si "realizzi al più presto una riforma organica, razionale e condivisa, della sanità territoriale".

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