San Casciano: Laika, in cento vanno a casa. "E' l'effetto ex Bekaert"

Ci sono 105 lavoratori della fabbrica "Laika" di San Casciano Val di Pesa (FI) che da ieri sono a casa e che ci resteranno almeno per tutto febbraio. Fanno parte di quei precari con contratto a termine (ma ce ne sono anche di più se si considerano gli stagionali) cui dà solitamente lavoro l'azienda che produce autocaravan.

Una linea di produzione del nuovo stabilimento di Sambuca - spiega La Nazione - è stata chiusa temporaneamente per problemi di approvvigionamento sui materiali e a un centinaio di precari non è stato rinnovato il contratto, scaduto il 31 gennaio. Una parte di questi ha scritto una lettera-appello, nella quale denunciano la loro condizione e contestano l'accordo fatto tra azienda, sindacati e istituzioni per fare assumere in Laika 60 ex lavoratori Bekaert.

Bekaert, "salvi" 60 operai: li assume Laika

"Non c'entrano nulla i nostri colleghi - spiegano gli operai - che sanno bene cosa vuol dire rimanere senza lavoro. I responsabili sono i firmatari dell'accordo che tentano di metterci in contrapposizione. Senza riuscirci". Con gli accordi di fine 2020, puntano il dito i lavoratori, sono peggiorate le condizioni contrattuali, mentre molte risorse sarebbero invece andate all'azienda, sotto forma di sgravi fiscali, "per ogni operaio del Valdarno, ex Bekaert, che è stato assunto" in Laika.

"Molti di noi - scrivono nella lettera appello - è più di un anno che lavorano qui. Nel 2021 ci siamo visti il contratto non rinnovato prima ad aprile poi ad agosto, oltre a questo tra dicembre 2021 e gennaio 2022 siamo stati un mese in cassa integrazione. E gli accordi sindacali di novembre 2020 hanno permesso all'azienda di assumerci con il secondo livello, non certo adeguato ai compiti che svolgiamo. Lo stesso accordo che, con le varie interruzioni, ha concesso all'azienda mano libera nel passare i nostri contratti da tempo determinato a contratto stagionale".