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Martedì, 5 Dicembre 2023
Cronaca

Chef Rubio contro Liliana Segre, il console d'Israele Marco Carrai: "Dimentica la differenza tra i suoi tatuaggi e quello della senatrice"

La senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz denuncia 24 hater, tra cui il cuoco romano pro-Palestina. La solidarietà del console onorario alla 92enne

Ieri la senatrice a vita Liliana Segre, ebrea sopravvissuta ad Auschwitz, da tempo bersaglio di insulti e minacce social, ha querelato tramite i suoi legali 24 hater. "Per tanto tempo sono stata in silenzio, ora denuncio" ha detto la Segre che da tre anni vive con la scorta, proprio per le minacce che riceve.

Tra i 24 denunciati ai carabinieri di Milano ci sarebbe anche Gabriele Rubini, conosciuto come Chef Rubio. Il popolare cuoco ha da sempre molti simpatizzanti negli ambienti di estrema sinistra, per le sue posizioni filo palestinesi. E sono molte le accuse che vengono rivolte a Segre da ambienti pro-Palestina, dove le tesi antisemite non sono rare, così come i pregiudizi contro chi testimonia i valori che portarono alla nascita dello Stato israeliano.

Sui suoi social, Rubio non fa mistero delle sue posizioni politiche, sostenendo ad esempio l'equivalenza "Sionismo = Mafia, Genocidio, Pulizia Etnica, Occupazione, Colonialismo, Apartheid, Razzismo, Fascismo, Suprematismo". E già lo scorso aprile il cuoco di "Unti e bisunti" e "Camionisti in trattoria" aveva attaccato Segre, menzionando "il silenzio sistematico" che la donna manterrebbe "nei confronti della pulizia etnica che il popolo palestinese sta subendo". Nel 2020 invece fu la Comunità ebraica di Roma con la sua presidente, Ruth Dureghello, a denunciarlo con un esposto alla Procura della Repubblica e all’Ordine dei giornalisti. Al centro dell'esposto le affermazioni contro gli ebrei pronunciate da Chef Rubio durante una diretta di Radio Radio.

E proprio su questo tema interviene anche il console onorario di Israele, Marco Carrai, diffondendo una nota in cui esprime "solidarietà a Liliana Segre per gli attacchi subito da Gabriele Rubini".

Carrai a Rubio: "Dimentichi la differenza tra i tuoi tatuaggi e quello della Segre"

"Chef Rubio - attacca Carrai - dovrebbe almeno conoscere la storia prima di accostare il sionismo al regime fascista. O forse, non avendo tempo perché impegnato a cucinare, basterebbe che aprisse Google, dove, alla prima notizia" il sionismo è descritto come "movimento politico e ideologia volti alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina".

Il sionismo, prosegue il console onorario d'Israele, "fu ed è il cercare una difesa dalle millenarie persecuzioni del popolo ebraico che hanno trovato il suo culmine nel nazismo al quale Chef Rubio accosta il popolo ebraico e Israele. Chef Rubio dimentica che, a differenza dei suoi tatuaggi, quello portato sul braccio dalla senatrice Segre è un numero, perché a coloro che andavano nei campi di sterminio come massimo livello di odio levavano anche il nome. Non lo cambiavano in un nome d'arte, come quello di Gabriele Rubini".

"Dispiace che molti giovani non sappiamo la storia, ma seguano un personaggio che incita all'odio sociale come questo chef", conclude Carrai.

Tutti gli hater di Liliana Segre 

Agli iniziali odiatori antisemiti di Segre, si sono aggiunti, da quando è scoppiata la pandemia, gli hater no vax, che l'hanno presa di mira in più occasioni.

Da quando si è prestata come testimonial per il lancio della campagna vaccinale, nel gennaio 2021, all'ospedale Fatebenefratelli di Milano, fino a quando recentemente ha preso posizione contro i medici che rifiutano di vaccinarsi.

Ai persecutori di Liliana Segre che la additano in quanto sopravvissuta alla Shoah o non le perdonano la scelta di dedicare la sua vita a testimoniare l'orrore delle leggi razziali e delle loro conseguenze, non si sono aggiunti soltanto in no vax. Ma anche gli ambienti filo putiniani e filo russi contrari alla solidarietà con il popolo ucraino aggredito.

Dopo l'ultimo discorso di Segre, nella prima seduta del Senato dopo l'elezione di Giorgia Meloni, altri insulti le sono piovuti da ambienti politici di estrema sinistra ed estrema destra, che per opposti motivi hanno criticato le sue parole in difesa della Costituzione e dei valori democratici.

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