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Cronaca

Tour tra gli studenti, l'inviato di Striscia Luca Abete: "Tiriamo fuori serendipità e cazzimma positiva"

Intervista allo storico inviato del tg satirico

Luca Abete sale in cattedra come “docente” di spirito di determinazione. Il 49enne avellinese, che veste i panni di inviato in Campania della trasmissione Striscia la notizia da oltre tre lustri, sta svolgendo un tour negli Atenei per confrontarsi con gli universitari. Forte di un passato da blogger ha portato agli occhi dell'opinione pubblica argomenti caldi, come la Terra dei Fuochi, che più volte lo hanno visto vittime di aggressioni e intimidazioni. Per questo motivo, nel corso degli anni, è diventato un punto di riferimento per la gente della sua terra desiderosa di riscatto e legalità. Con il suo progetto #NonCiFermaNessuno è al fianco della Fondazione Banco Alimentare Onlus per venire incontro ai bisogni dei più disagiati.

Un tour motivazionale nelle università, ma non sono i giovani a essere per natura più “effervescenti”? 
"Sicuramente lo sono. Ma gli ultimi due anni sono stati difficili anche per loro. Ecco, diciamo che #NonCiFermaNessuno ha proprio questo obiettivo: stimolare quell’effervescenza che si è un po’ assopita, agitare quei contenitori di brio che sono i giovani, pronti a frizzare e contaminare tutti". 

Ci può elencare anche le tappe e quando sarà a Firenze?
"Abbiamo superato metà percorso. Siamo partiti dal Politecnico di Torino per poi scendere a Reggio Calabria. Ed ancora Roma, Camerino, Milano ed il 17 aprile eccoci per la prima volta con gli studenti dell’Università di Firenze. Il tour proseguirà poi a Parma, Chieti, Bari e infine Napoli, il 18 maggio".

Il tour vuole far sì che vengano superati gli ostacoli della vita, non bastano le istituzioni sociali come famiglia e scuola?
"I nostri incontri non sono delle lezioni. Non abbiamo una ricetta valida erga omnes. Possiamo però raccogliere e diffondere testimonianze, esperienze, messaggi positivi. Lo facciamo parlando non di successo ad ogni costo, come spesso accade, ma di sconfitte e quanto possono essere utili. E i ragazzi apprezzano".  

Crede sia un problema generazionale? Se sì da imputare più ai giovani o ai genitori?
"Intanto non parlerei di problema, che ha già in partenza un’accezione negativa, ma di approccio. Ed anche di opportunità. Molti adulti dimenticano di esser stati ragazzi e di aver vissuto grossomodo le stesse dinamiche. Io non l’ho dimenticato e provo ad aprire prospettive lì dove qualcuno vede ostacoli". 

Raggiungere il successo superando gli ostacoli, ma è possibile per tutti?
"Assolutamente si. Dalle incertezze, dalle paure, dal disagio possono venir fuori opportunità. Magari inattese. Ed è proprio questo il senso della serendipità, un termine ancora poco noto e poco usato ma che racchiude lo spirito proattivo che cerchiamo di trasferire ai ragazzi nel corso del talk".

Cosa emerge durante gli incontri: sconfitte, paure e mancanza di coraggio?
"Paura si, ma anche tanta energia. E tanta voglia di tirarla fuori. Il coraggio poi è conseguenza della consapevolezza delle proprie capacità, viene un attimo dopo aver compreso che ognuno ha dentro di se quella fortuna che talvolta cerca altrove".

Lezioni di ottimismo e passione. Si potrebbe dire di grinta o, se consente l’accostamento, di una “cazzimma” positiva?
"Il termine cazzimma, nella sua accezione positiva, è quel mix di sano egoismo misto a determinazione. Quel voler infrangere le regole già scritte per scriverne di nuove. Quel voler, ad ogni costo, andare oltre gli ostacoli. Credo possa esser utile a chi prova a realizzarsi.

Durante i faccia a faccia spesso lei si fa accompagnare anche da qualche esempio di successo. Chi le è rimasto più impresso? A Firenze chi ci sarà?
"L’obiettivo è dimostrare che dietro persone di successo ci sono appunto persone che hanno lottato e vinto. Ogni amico che ha partecipato al tour ha lasciato il segno: Gerry Scotti in lacrime, nel ricordare i suoi momenti difficili, don Antonio Mazzi che a 93 anni ha ancora progetti da mettere in campo, Luca Ward e il suo trascorso difficile, Monica Contrafatto che ha trasformato un incidente in opportunità, fino all’elogio della gentilezza di Nesli. A raccontarsi agli studenti di Firenze ci sarà Irma Testa, prima pugile italiana a vincere una medaglia alle Olimpiadi. Non vedo l’ora".  

Il claim di questa edizione è “Alla scoperta della Serendipità!”, ci spiega cosa significa? Un termine d’autore che ha delle connessioni con Firenze? 
"La serendipità è l'occasione di fare felici scoperte per puro caso. Insomma: trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un'altra. Capito quanto è potente non tanto il vocabolo, ma la filosofia sottesa che esso rappresenta?  Talvolta un nuovo percorso fa paura solo perché temiamo un imprevisto, perché rischiamo di non trovare ciò che cerchiamo o, ancor di più, potremmo fare una figuraccia. Ma se ci mettiamo in moto pensando che esista la serendipità, tutto cambia".

Qual è stato l’avvenimento casuale che ha cambiato la sua vita?
"La febbre improvvisa di un clown. All’epoca facevo l’animatore ai matrimoni. Fui chiamato a sostituire la persona che faceva il clown. Io non l’avevo mai fatto prima. Ed infatti andò malissimo. Però non mi arresi e cominciai a provarci. E mi specializzai a tal punto che divenni il clown più richiesto. Passai poi dalle festicciole per bambini alle piazze e poi in tv. Da allora non mi sono più fermato".

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