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Movida, Nardella: "Sì a contingentamento degli ingressi in piazze e strade"

Il sindaco conferma la volontà dell'amministrazione di arginare gli assembramenti e le parole rilasciate dal comandante della municipale Tinella

"Sperimenteremo, come abbiamo già fatto domenica, in modo più consistente, il contingentamento degli ingressi in piazze e strade". A dirlo, questa mattina ai microfoni di LadyRadio, è il sindaco di Firenze Dario Nardella, dopo che ieri il comandante della polizia municipale Giacomo Tinella aveva parlato della necessità di un simile provvedimento, ammettendo le difficoltà a far rispettare le distanze in alcune piazze cittadine, in particolare in piazza Santo Spirito.

Come avverrà questo contingentamento? Su questo il sindaco non dà ancora dettagli, che dovrebbero arrivare domani, mercoledì, giorno nel quale è in programma il comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, al quale parteciperanno (via streaming) i vertici locali delle forze dell'ordine e il prefetto.

Quanto agli 'assistenti civici', il tormentone-gaffe scatenato dal ministro per gli affari regionali Boccia (Pd) e subito smentito dai suoi colleghi di governo, Nardella c'è andato giù duro.

"Le 'guardie civiche' sono una grande bufala, un grande equivoco. I sindaci non hanno mai parlato di guardie civiche, noi non ne abbiamo bisogno, ci sono già le forze dell'ordine, ci sono gli agenti della polizia municipale. Noi abbiamo bisogno di dare una mano alla rete del volontariato. Se ci sono persone che possono dare una mano alla protezione civile del Comune attraverso la rte del volontariato ben vengano, il resto mi pare tutta polemica politica", le parole di Nardella.

Poi la stoccata, ormai quotidiana, verso Roma: "I partiti e i politici romani non hanno ancora capito che la gente ha bisogno di fatti, di soluzioni e non di chiacchiere e dibattiti sterili e inutili che non interessano a nessuno".

Nardella rinnova poi l'appello al governo per stanziare più fondi nei confronti dei Comuni, ricordando ancora una volta i 48 milioni di euro che Palazzo Vecchio prevedeva di incassare dall'imposta di soggiorno e che sono saltati assieme al turismo (e qui i nodi di aver puntato a lungo per il centro storico solo sul turismo di massa vengono al pettine).

Nessun accenno, invece, all'ipotesi di alzare l'addizionale Irpef comunale per i redditi più alti, dal quale potrebbero arrivare risorse preziose all'amministrazione (nei giorni scorsi un articolo del Corriere Fiorentino spiegava come a Bologna - città per moltissimi versi simile alla nostra - l'assenza del turismo pesi meno sul bilancio perché l'Irpef comunale è allo 0,8%, mentre Firenze la mantiene, la più bassa d'Italia, allo 0,2%).

Quanto ai musei comunali ancora chiusi, con 200 posti di lavoro sui quali la Cgil ha lanciato un allarme, il sindaco ha detto che ne parlerà domani nel Salone dei Cinquecento in un discorso sulla rinascita della città. Nessuna replica a Tomaso Montanari, lo storico dell'arte esponente della sinistra che ieri dalle pagine del Fatto Quotidiano ha attaccato il primo cittadino accusandolo di tenere i musei chiusi come ricatto nei confronti del governo, come arma in sostanza, questa l'accusa, per ottenere più fondi dalla capitale.

Il sindaco infine ha rinnovato l'appello ad aprire per un giorno le scuole, un ultimo giorno "per consentire ai ragazzi di salutarsi. Perché ha riaperto tutto, ristoranti, negozi, palestre, riapriranno a breve teatri e cinema e non le scuole". Parole alle quali i presidi, in gran parte abbandonati ai loro destini e consapevoli delle difficoltà di riaprire così allo sbaraglio, con una comunicazione dell'ultima ora, non hanno reagito molto bene (molto più contenti i genitori invece). Del resto tutte le attività citate dal sindaco hanno riaperto con rigide norme (almeno in teoria), di distanziamento sociale.

Ma come tenere il distanziamento sociale nelle scuole per questo fatidico giorno di saluto, organizzando tutto così su due piedi, se le strutture scolastiche sono le stesse che prima del coronavirus ospitavano le cosiddette 'classi pollaio'? Vale la pena riaprire simbolicamente per un solo giorno, quando pochissimo si è fatto per scuole e bambini in tutti questi mesi? E quando ancora invece non sappiamo quasi nulla sul se e sul come, questa sì che è una questione cruciale, le scuole potranno riaprire a settembre?

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