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Cronaca

Mafie, il prefetto di Firenze Varratta: "Salto di qualità di quella cinese e albanese"

Il procuratore della Repubblica Creazzo alla conferenza regionale che ha fatto il punto sulle infiltrazioni mafiose: "Tutto quello che muove denaro può essere oggetto di appetiti mafiosi. Le antenne vanno tenute sempre dritte"

“La criminalità organizzata albanese e quella cinese in Toscana hanno fatto un salto di qualità”. Così il prefetto di Firenze Luigi Varratta chiude la conferenza regionale convocata per il punto sulle infiltrazioni mafiose nel territorio. Una vertice che ha visto seduti allo stesso tavolo i dieci prefetti toscani, i vertici delle forze dell'ordine e il procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo.

“La criminalità albanese- ha spiegato Varratta - presente nel riciclaggio, droga e prostituzione, si può equiparare alle nostre organizzazioni criminali tradizionali” perché “è un criminalità organizzata che ha raggiunto una certa leadership, su base familistica, e si muove con grande abilità sul nostro territorio, supportata logisticamente dalla presenza di connazionali in Italia”. La mafia cinese, invece, “ha allargato il suo raggio di azione a droga e prostituzione”.

Detto questo il prefetto, riferendosi al quadro complessivo, è convinto che “la Toscana non è terra di mafia. Questo però non significa che non ci siano non presenze mafiose tradizionali, a cui si aggiungono anche “nuove criminalità, come gruppi organizzati che annoverano persone di origine meridionale che non hanno alcun legame con le mafie di tipo tradizionale”.

CREAZZO - In Toscana i fenomeni di infiltrazione mafiosa e di criminalità organizzata “ci sono, sono numerosi e sono anche stati giudiziariamente accertati più volte”. Tuttavia “non c’è nulla di nuovo in queste manifestazioni” anche se “dobbiamo stare attenti perché tutto quello che muove denaro può essere oggetto di appetiti mafiosi. Le antenne vanno tenute sempre dritte”. Ne è convinto il procuratore capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo. Le mafie, ha continuato, “si interessano di tutto ciò che muove denaro, sia in materia di commissione di reati come sfruttamento della prostituzione, traffici vari di rifiuti, di stupefacenti, di merce contraffatta, usura, ma anche di affari apparentemente leciti che, provenendo da capitali, società o da soggetti mafiosi, diventano di per sé illeciti”. Il riferimento, in questo caso, investe “il settore degli appalti, pubblici e privati, e vari settori economici, come l'acquisizione di attività imprenditoriali e quant’altro”.  Dinamiche su cui, conclude Creazzo, “non si possono fare distinzioni geografiche”.

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