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Cronaca

Studentesse morte in Spagna, il rettore: "Non le dimenticheremo"

Lungo post su Facebook: "Onoriamo la loro memoria accrescendo impegno e passione per istruzione e cultura, le molle che hanno animato queste nostre e vostre giovani"

Un lungo post per ricordare Valentina, Elena e Lucrezia, le tre studentesse toscane morte in Spagna domenica 20 marzo nell'incidente del bus a Tarragona, dove sono morte in tutto 13 giovani, di cui 7 italiane. Lo ha scritto su Facebook ieri il rettore dell'Università di Firenze Luigi Dei, con il titolo 'Commiato'.

"Questa tragedia mi e ci ha scosso nel profondo, perché mentre con entusiasmo e passione indomita stavamo costruendo futuro, il destino ce ne ha strappato una piccola, immensa fetta", scrive il rettore.

"Per non dimenticare le nostre ragazze - prosegue il post -, sebbene la ferita non possa in alcun modo rimarginarsi nei genitori, nei fratelli e sorelle, nei familiari, negli amici e nelle amiche, l’università sarà sempre aperta a qualsiasi forma, condivisa con i familiari, che ci consenta di far vivere per sempre dentro l’Ateneo le nostre studentesse". La proposta di intitolare una delle aule del polo universitario di Novoli alle ragazze già circola, come pure l'idea di dedicare loro una borsa di studio Erasmus.

"Non ci sono, infine, parole consolatorie in queste circostanze, il dolore è troppo forte e tagliente, solo l’affettuosa vicinanza e la strenua volontà di tenere vivo e imperituro il ricordo di Valentina, Elena, Lucrezia e tutte le altre ragazze Erasmus strappate ai loro cari. Possiamo e dobbiamo onorare la memoria di queste nostre tre studentesse accrescendo noi docenti impegno, dedizione, entusiasmo e passione per l’istruzione e la cultura, perché queste sono state le molle che hanno animato queste nostre e vostre giovani", prosegue Dei, che ricorda le parole pronunciategli da un padre di una delle ragazze morte il giorno dell'arrivo dell'aereo militare con le salme a Pisa: "Rettore, mia figlia amava tantissimo istruzione e cultura!". Il post del rettore si conclude con la poesia 'Solo la morte', di Pablo Neruda.

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