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Cronaca

Inchiesta Tav: i pm ascoltano Rossi come persona informata sui fatti

Martedì 24 ottobre Mari Rita Lorenzetti, ex presidente della Regione Umbria, sarà davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia. Intanto, nell'ambito dell'inchiesta, è stato sentito il governatore della Toscana

Maria Rita Lorenzetti, ex presidente della Regione Umbria ed ex presidente di Italferr, da tre giorni agli arresti domiciliari per associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta sui cantieri Tav, martedì prossimo si presenterà davanti  al gip del tribunale di Firenze Angelo Antonio Pezzuti per l’interrogatorio di garanzia. Un’inchiesta guidata dai pm Giulio Monferini e Gianni Tei che, ieri, hanno sentito, come persone informate sui fatti, il governatore della Toscana Enrico Rossi e il direttore generale della stessa Regione Antonio David Barretta. Lorenzetti, difesa dall’avvocato Luciano Ghirga, ha già annunciato di voler rispondere alle domande del gip, rivendicando la correttezza del proprio comportamento. Tra l’altro il giudice ha già fissato, per lunedì 23 settembre, anche l’interrogatorio del presidente di Nodavia Furio Saraceno. 

Con Lorenzetti e Saraceno ai domiciliari sono finiti anche il geologo siciliano, già dirigente Ds poi Pd a Palermo Gualtiero (detto Walter) Bellomo, membro della commissione Via (Valutazione impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente; Valerio Lombardi, ingegnere di Italferr; Alessandro Coletta, consulente, ex membro dell’Autorità di vigilanza sugli Appalti pubblici; Aristodemo Busillo, della società Seli di Roma che gestisce la grande fresa sotterranea per realizzare il tunnel Tav a Firenze e che venne posta sotto sequestro dalla magistratura. Un’inchiesta che parte da lontano e per la quale, nel febbraio scorso, era stata ascoltata anche l’assessore all'ambiente della Toscana Anna Rita Bramerini, alla quale era stata tolta la delega relative alla Via, che il presidente Rossi si era assunto in prima persona. 

ROSSI – Al governatore, è probabile, che i magistrati abbiano chiesto spiegazioni anche di questo, oltre che della rimozione di Fabio Zita, che lavorava con Bramerini. Proprio contro Zita, “la squadra”, coordinata secondo l’accusa da Lorenzetti che per il gip chiese la sua rimozione, era particolarmente “agguerrita”, e lo considerava colpevole di mettere “ostacoli” ai lavori. Ieri Rossi, proprio su Zita, ha ribadito che “venne spostato per motivi organizzativi”. “Io nomino i direttori generali e loro, in modo autonomo, determinano chi mettere in un posto invece di un altro. Zita non è stato rimosso ma posto in un altro settore”, ha aggiunto il governatore toscano. 

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