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Cronaca

Inchiesta Open: annullato il sequestro dei documenti agli Aleotti

La Cassazione ha anche ribaltato la decisione del tribunale del Riesame sul ricorso dei legali dei patron della multinazionale farmaceutica Menarini

Altro sussulto nell'inchiesta sulla fondazione Open, la ex cassaforte renziana che, secondo la ricostruzione della procura fiorentina, era al centro di un sistema di finanziamento illecito.

La Corte di Cassazione ha annullato, senza rinvio, i sequestri di documenti, computer e materiali informatici eseguiti nel novembre 2019 nei confronti dei fratelli Alberto Giovanni, Lucia, Benedetta Aleotti e della madre Massimiliana Landini (tutti non indagati), vedova di Alberto Sergio Aleotti, presidente della multinazionale farmaceutica Menarini.

Annullato senza rinvio anche il provvedimento del tribunale del riesame di Firenze che, respingendo i primi ricorsi degli Aleotti, aveva confermato sequestri e perquisizioni. 

Soddisfazione viene espressa dai difensori, gli avvocati Alessandro Traversi, Franco Coppi, Michela Vecchi e Gian Paolo Del Sasso.
 
L’inchiesta era esplosa dieci mesi fa, con perquisizioni all’alba delle Fiamme Gialle in abitazioni e uffici di uomini e imprenditori vicini a Matteo Renzi.

Per i pm, Open avrebbe infatti agito come articolazione di partito, raccogliendo ingenti contribuzioni tra imprenditori privati e mettendo a disposizione parte del denaro per sostenere l’attività politica di deputati e senatori vicini all’ex premier, tramite bancomat e carte di credito.

Una tesi avallata in seguito anche dal tribunale del Riesame. Ma non dalla Cassazione.

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