Maxi incendio a Signa: primi esiti su acque e aria
La sala operativa della protezione civile ha attivato il personale di Arpat a seguito di un incendio divampato nella notte presso la ditta Rindi a Signa
Questa mattina la sala operativa della protezione civile ha attivato il personale di controllo dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) a seguito dell'incendio divampato nella notte presso la ditta Rindi a Signa (FI).
Dalle prime informazioni acquisite è emerso che l’incendio ha interessato il magazzino della ditta dove erano stoccate sostanze etichettate come pericolose e altamente infiammabili.
Il rogo a Signa: video
A seguito delle verifiche effettuate, si legge in una nota di Arpat, è possibile affermare che:
- il reticolo idrico posto nelle vicinanze del luogo dell’incendio non è, al momento, impattato dalle acque di spegnimento dell’incendio;
- le acque utilizzate per soffocare l’incendio stanno confluendo interamente nel sistema fognario pubblico e sono indirizzate al depuratore di San Colombano, dove il personale di Publiacqua, già allertato, sta monitorando gli eventi;
- la zona impattata dalle ricadute ricomprende il settore a nord ovest, entro un raggio di 300-500 metri;
- dall'elenco sommario delle sostanze coinvolte nell'incendio, risulta probabile la formazione significativa di IPA, più incerta, ma difficile da escludere, quella di diossine.
Arpat ha inoltre provveduto a contattare l’Azienda sanitaria, nello specifico i settori igiene pubblica e della nutrizione e sicurezza alimentare, che, considerato il tipo di territorio presumibilmente interessato da possibile ricaduta da sostanze derivate dalla combustione, di fatto zona industriale, non ritengono necessario procedere a campionamenti di terreno o altro.
Al momento il sindaco di Signa ha invitato i suoi concittadini a non stare all’aperto, esponendosi ai fumi derivanti dalla combustione delle sostanze presenti nel magazzino, che ha preso fuoco durante la notte.