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Cronaca Viuzzo delle Case Nuove

Incendio Coop di Ponte a Greve: dipendenti al lavoro negli altri supermercati, danni e merci coinvolte ancora da quantificare

L'area è ancora sotto sequestro ed è impossibile una stima esatta dei danni e una tempistica per la riapertura

Dopo il grande incendio di venerdì scorso, l'area del centro commerciale della Coop di Ponte a Greve è ancora sotto sequestro, come disposto dalla procura di Firenze per gli accertamenti del caso.

Unicoop Firenze non è quindi ancora in grado di poter stabilire con esattezza i danni materiali riportati, che sono comunque sicuramente nell'ordine dei milioni di euro. Allo stesso modo, non è ancora possibile avere un'idea degli interventi che dovranno essere fatti e di programmare una tempistica per la riapertura. Certamente ci vorranno mesi anche se, come emerge dalla Cooperativa, non ci sono dubbi sulla volontà di riaprire il centro.

E mentre nei giorni scorsi la stessa Unicoop ha disposto servizi di navette gratuite per i clienti da Ponte a Greve al supermercato di Lastra a Signa, negli scorsi giorni si è registrato anche un aumento di clienti alle due Coop più vicine, quelle di viale Talenti e quella al Vingone, in via Masaccio, nel comune di Scandicci.

Quanto alle merci che erano dentro al centro commerciale, almeno quelle non deperibili, che fine faranno? Anche in questo caso, dalla Cooperativa si fa sapere che ancora non è possibile stilare un inventario delle merci coinvolte né pianificare cosa si potrà fare con esse. Per prima cosa si attende il dissequestro dell'area. I dipendenti invece sono al lavoro a turni negli altri punti vendita di Unicoop Firenze.

Nel frattempo, ieri in consiglio comunale polemica sull'istituto comprensivo Piero della Francesca, a poche centinaia di metri di distanza dal centro commerciale e che il giorno seguente è stato regolarmente aperto alle lezioni degli alunni.

“Una scelta sbagliata che ha contraddetto il sindaco, che si era raccomandato, a seguito dell’incendio, di evitare il consumo di frutta e verdura coltivati nella zona e si era raccomandato di tenere chiuse le finestre e di limitare le attività all’aperto dato che la zona era stata invasa da fumi ed odori malsani. Sarebbe stata auspicabile la chiusura. Si è scelto, invece, di riaprire una scuola nonostante gli allarmi ambientali non preoccupandosi delle eventuali conseguenze sanitarie", dice Andrea Asciuti, consigliere della Lega. "Dopo lo spegnimento dell'incendio l'Asl ha ritenuto, dopo una serie di verifiche effettuate insieme ad Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr) che non fosse necessario chiudere l'istituto", ha replicato l'assessora alla protezione civile Elisabetta Meucci.

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