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Cronaca

Appiccò incendio all’ex campo del Poderaccio: scoperta e denunciata dalla municipale

La donna è stata individuata grazie alle immagini di una fototrappola e fermata dopo alcuni appostamenti

È stata scoperta dalle immagini della fototrappola e individuata grazie alla bicicletta utilizzata per gli spostamenti. Si tratta della donna responsabile dell’incendio che, a fine marzo, scoppiò sul margine dell'ex campo nomadi del Poderaccio.

Le fiamme coinvolsero un grosso cumulo di rifiuti e bruciarono parte della recinzione e un palo dell'illuminazione pubblica. Grazie al rapido intervento dei vigili del fuoco l’incendio fu circoscritto e non si estese alla zona circostante; l’episodio ha però comportato un ritardo dell’avvio della bonifica del terreno.

L'indagine

Terminate le operazioni di spegnimento, è iniziata l’indagine della polizia municipale per individuare il responsabile. Decisive sono state le immagini riprese da una fototrappola di nuova generazione che in quel periodo era operativa sul tratto di strada che conduce all’ex campo. Il dispositivo ha infatti registrato in modo abbastanza dettagliato l'evento, compresa la persona che sembrava averlo provocato, una donna in sella a una bicicletta ben riconoscibile.

Proprio grazie alla bici gli agenti sono riusciti a individuare la donna. Sospettando che avesse dimora in alcune baracche presenti lungo il fiume e che ospitano persone dedite alla raccolta e lavorazione dei rifiuti, sono iniziate ricerche mirate che hanno consentito l’individuazione della bicicletta in un piccolo accampamento vicino.

Ma per inchiodare la donna alle proprie responsabilità era necessario trovarla con il mezzo. Per questo sono stati organizzati degli appostamenti nelle strade vicine per intercettarla e, dopo alcuni tentativi andata a vuoto, sabato mattina gli agenti hanno fermato la donna ripresa nei video e con la stessa bicicletta.

Si tratta di una 59enne nata in Romania e già nota alle forze dell’ordine (per invasione di terreni). Per lei è scattata la denuncia per incendio doloso che prevede una pena da 3 a 7 anni. Il sospetto è che l'incendio sia stato appiccato per far bruciare rifiuti plastici in modo da mettere a nudo la parte metallica, così da poterla recuperare e vendere.
 

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