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Cronaca Greve in Chianti

Inceneritori, Greve in Chianti dà la cittadinanza ai paladini dei ‘rifiuti zero’

Il sindaco di Greve e l'Associazione Valdisieve si oppongono ai nuovi impianti ber bruciare rifiuti previsti dal piano interprovinciale e chiedono un nuovo approccio alla questione

Mercoledì sera al cinema Odeon di Firenze c’erano oltre 500 persone ad invocare una nuova politica di smaltimento dei rifiuti. L’occasione era la proiezione di ‘Trashed’, film documentario di Candida Brady che testimonia l’enorme impatto nocivo dei rifiuti sulla salute e sull’ambiente in ogni angolo del mondo e presentato anche al Festival di Cannes 2012. Alla proiezione erano presenti, tra gli altri, esponenti dell’Associazione Valdisieve e il sindaco di Greve in Chianti Alberto Bencistà (che ha organizzato il trasporto gratuito dei suoi concittadini fino all’Odeon). Le due località sono accomunate dal piano interprovinciale di gestione dei rifiuti, approvato nel 2010 dalla Provincia di Firenze e che prevede due nuovi inceneritori-termovalorizzatori, quello di Case Passerini nella Piana e quello di Testi presso Greve, e l’ampliamento di quelli di Montale (in provincia di Pistoia) e di Selvapiana, in val di Sieve appunto, nel comune di Rufina. Il sindaco di Greve Bencistà è da tempo capofila del fronte del no al nuovo impianto per bruciare i rifiuti.

“Il Chianti vive di turismo, di prodotti agricoli e di vino – spiega Bencistà, che è pure intervenuto dal palco prima della proiezione -. E’ una scelta folle quella di prevedere un impianto che con le sue emissioni nocive può mettere in ginocchio l’intera economia della zona, oltre alla salute dei suoi abitanti”. Questo il ragionamento del combattivo sindaco di Greve: “Quali turisti verranno ancora in un’area del Chianti sottoposta alle diossine dell’inceneritore? Chi comprerà ancora i prodotti agricoli e il vino prodotto in quelle zone, dal momento che proprio i prodotti agricoli sono i più a rischio contaminazione in casi di vicinanza a impianti di incenerimento di rifiuti? Oltre alla salute sono in gioco la vita di decine di aziende agricole e con loro centinaia di posti di lavoro”. Oggi il consiglio comunale di Greve voterà una dichiarazione ufficiale per ribadire la contrarietà al nuovo impianto, oltre a conferire la cittadinanza emerita a Jeremy Irons, protagonista del film, alla regista Candida Brady, a Paul Connet, scienziato americano tra i promotori della Trashed-2filosofia rifiuti zero, a Rossano Ercolini, animatore del centro di ricerca Rifiuti Zero di Capannori.

“Li chiamano termovalorizzatori ma sono dei veri e propri inceneritori”, prosegue Silvia Giuntini, segretarie dell’Associazione Valdisieve, nata nel 2006 per contrastare l’ampliamento dell’impianto di Selvapiana, che è fermo dal 2010 ma che secondo i piani della Provincia dovrebbe essere ampliato e rimesso in funzione per bruciare fino a 68mila tonnellate l’anno di rifiuti. La Valutazione di impatto ambientale e l’Autorizzazione integrata sono state annullate dal Tar, ora deve esprimersi in secondo grado il Consiglio di Stato.

“Sono già state effettuate due nuove valutazioni (anch’esse oggetto di ricorso e ora all’esame del Tar, ndr) con le quali potrebbero partire i lavori di ampliamento dall’oggi al domani”, spiega preoccuapata Giuntini.
Il termovalorizzatore di Testi potrebbe costare più di 100 milioni di euro, l’ampliamento di quello di Selvapiana oltre 90. “Possibile che con tutti questi soldi non si possa pensare a nuovi modelli di gestione dei rifiuti, che puntino a ridurne la quantità all’origine, ad incentivare la raccolta differenziata, il riciclo, il compostaggio, la raccolta porta a porta? - chiedono i dissenzienti -. E’ la filosofia di fondo di questo piano che è sbagliata. Dobbiamo pensare a come produrre meno rifiuti e gestirli in maniera ecocompatibile”. Che, in estrema sintesi, è ciò che propone la ‘Strategia Rifuti Zero’.

Peraltro l’Unione Europea impone percentuali di differenziata e riciclaggio dalle quali siamo ben lontani. E Bencistà lancia un ultimo interrogativo. “I termovalorizzatori per funzionare devono essere costantemente alimentati da rifiuti. Una volta che si saranno spesi tanti soldi per costruirli, chi avrà intenzione davvero
di ridurre la quantità di rifiuti prodotti e incentivare la differenziata, così da mandare in fumo tutti quei soldi appena spesi?”. Bella domanda, il ragionamento non fa una piega.

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