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Cronaca

Caso Greta Beccaglia, il tifoso si trasferisce in una località segreta: "Temo conseguenze per mia figlia, tutti sanno che non sono un violento"

Sui profili social si moltiplicano gli insulti nei confronti del 45enne accusato di violenza sessuale. Ma anche gli attestati di solidarietà. E il suo legale attacca: "Commesso errore imperdonabile ma attacco mediatico vergognoso"

Il tifoso viola di 45 anni indagato per il reato di violenza sessuale consistita in palpeggiamenti dopo aver molestato la conduttrice televisiva Greta Beccaglia non vive più nella sua casa abituale: ha scelto di trasferirsi in un alloggio segreto. "Non merito la gogna mediatica che si è scatenata contro di me – ha dichiarato l'uomo al quotidiano Il Messaggero -, non ho mai fatto male a nessuno e vivo la mia vita lavorando".

L’uomo, che abitava a Chiaravalle, in provincia di Ancona, con la sua compagna e la figlia minorenne, adesso si trova in una località sconosciuta. Da quando è scoppiato il caso, poi, ha smesso di lavorare nel suo ristorante. Dovrebbe "riaprire nel fine settimana – ha spiegato il suo legale, Roberto Sabbatini - ma adesso lui ha bisogno di riposare. Certo, nutre anche timori per le conseguenze lavorative e le ripercussioni ma, per contro, ha la solidarietà di tanta gente". Amici e clienti del suo locale hanno anche dato vita a un gruppo di sostegno per l’uomo.

Gli insulti sui social

All’affetto dei cari, tuttavia, fa da contraltare la tempesta di insulti che si è abbattuta sia sui suoi profili social che sulle pagine del suo ristorante, come sottolinea il quotidiano on line Open. Tre le recensioni, si leggono commenti come: "Un posto gestito da un molestatore seriale". Il suo legale, a riguardo, ha aggiunto: "È scosso e molto provato. Il suo gesto è stato grave e lui si è perfettamente reso conto dell’imperdonabile errore che ha commesso. Nessuno di noi intende minimizzare l’accaduto e tutti siamo molto sensibili al tema della violenza sulle donne ma mi sento di dire che il linciaggio mediatico a cui è sottoposto il mio assistito è esagerato, anzi, vergognoso".

La difesa dell'uomo

Il 45enne ha definito il suo un 'gesto goliardico': "Non ho mai fatto male a nessuno, vivo amando mia figlia, curando i tanti rapporti di amicizia che ho a Chiaravalle e altrove, ho un locale avviato che ho aperto con tanti sacrifici. Quello che mi fa davvero temere sono le conseguenze che potrei subire riguardo a mia figlia. Mi fa piacere che qualche cliente mi abbia telefonato, rimproverandomi per il gesto ma comprendendo il mio stato d’animo. Tutti sanno che non sono un violento".

Il 45enne, oltre a finire indagato, è stato raggiunto anche da un provvedimento di Daspo della durata di 3 anni. "Valuteremo in seguito quali decisioni prendere sul Daspo, anche se la pena di 3 anni ci sembra spropositata" ha chiosato il legale.

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