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Cronaca

Green pass obbligatorio per chi lavora nelle Rsa, sindacati contrari: “Abuso di potere”

Cgil, Cisl e Uil: "Urge un confronto a tutela dei lavoratori e del servizio, per evitare disagi e potenziali rischi"

Non si è fatta attendere la replica dei sindacati alle dichiarazioni del coordinamento Gestori Rsa toscane sull’obbligatorietà del Green Pass per i lavoratori delle strutture Rsa della nostra regione.

A replicare sono Bruno Pacini, Andrea Nerini e Beatrice Stanzani, rispettivamente per Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Toscana: "Qualora si verificasse questo tipo di controllo sulle lavoratrici e i lavoratori - sostengono -, quale condizione pregiudiziale per prestare il proprio orario di servizio, saremmo di fronte a un abuso di potere".

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“Se le aziende sanitarie – rilanciano i sindacalisti – sono in ritardo nel segnalare alle strutture i lavoratori che, pur essendo vincolati a un obbligo vaccinale per legge, non sono ancora in regola con la somministrazione, questo non può consentire ai datori di lavoro di assumere iniziative in merito a un aspetto già ampiamente normato dal Governo, fin nei tempi e nelle modalità di sanzione”.

“Come è noto infatti – proseguono – il personale sanitario e di interesse sanitario ha l’obbligo di vaccinarsi, secondo quanto disposto dalle norme. Secondo le previsioni di legge, decorsi i termini previsti, l’azienda sanitaria competente accerta l’inosservanza dell’obbligo vaccinale e ne dà immediata comunicazione scritta all’interessato, al datore di lavoro e all’Ordine professionale di appartenenza”.

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“Ricevuta la comunicazione – aggiungono i sindacalisti – il datore di lavoro adibisce il lavoratore, ove possibile, a mansioni, anche inferiori, che non comportino contatti interpersonali o in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da Sars-CoV-2. Solo quando l’assegnazione a mansioni diverse non è possibile, per il periodo di sospensione non è dovuta la retribuzione, fino all’assolvimento dell’obbligo vaccinale (e comunque non oltre il 31 dicembre 2021)”.

I sindacati: "Vogliamo un confronto"

“E’ a fronte di questi aspetti – precisano – che come organizzazioni sindacali riteniamo sia importante un confronto a tutela dei lavoratori e del servizio, affinché si trovino le soluzioni più idonee a evitare disagi e potenziali rischi. Appare infatti evidente che la norma comporti già di per sé passaggi di notevole complessità e delicatezza: non vediamo il bisogno di alzate di ingegno utili solo a sollevare un problema tra i gestori e il sistema sanitario, dove in mezzo restano penalizzati i lavoratori e gli ospiti delle strutture. Visti i parametri assistenziali già insufficienti a regime normale”.

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“Si rischia infatti – prevedono i sindacati – una vertenzialità diffusa e caotica che nulla potrà portare al miglioramento di questi servizi. Se questo fosse lo scopo surrettiziamente perseguito, si apra allora subito un confronto tra l’assessorato, le aziende sanitarie, i gestori delle Rsa e i sindacati come abbiamo già fatto in passato per affrontare i passaggi critici che non sono certo mancati in questa pandemia. Inoltre chiediamo alla Regione di vigilare in merito a queste iniziative unilaterali, le quali potrebbero creare disagi ai servizi resi, ed ai lavoratori”.

“Noi non ci prestiamo a favorire questa strategia – concludono – siamo pronti come sempre a svolgere la nostra parte a sostegno del settore, ma prima di tutto esigiamo il rispetto per quelle lavoratrici e quei lavoratori che sono già sottoposti per legge a obbligo vaccinale, che hanno portato avanti i servizi con turni massacranti, che si sono ammalati e che hanno contagiato le proprie famiglie”. 

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