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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Gara di calcio giovanile termina 31-0: "Non ha senso fermarsi, ci sono delle regole da rispettare"

La gara dei Giovanissimi B tra Affrico e Virtus Firenze termina 31-0, accendendo un dibattito che va avanti da tempo: è giusto fermarsi oppure proseguire?

Fermarsi o andare avanti in nome dello sport e dell'agonismo? E' questa la domanda che molti si pongono quando capitano partite a livello giovanile come quella tra Affrico e Virtus Firenze, gara della categoria Giovanissimi B, terminata con il risultato clamoroso di 31-0 a favore dell'Affrico. C'è chi sostiene che arrivati ad un certo punto bisogna fermarsi per non creare un danno psicologico nei ragazzi sconfitti, chi invece vuole che si continui, perché il calcio è uno sport agonistico e non è giusto per i ragazzi smettere di giocare. Insomma, due correnti di pensiero diverse, che si scontrano da sempre.

“Penso che sia finita addirittura 33-0 – racconta Luca Giotti, direttore generale dell'Affrico -. E' un risultato che inevitabilmente ci ha dato da parlare. Credo che ci sia da fare un distinguo. Non ci sono responsabilità particolari, perché le federazioni fanno dei campionati in cui mettono insieme dei ragazzi, dove ci sono quelli un pochino più avanti e quelli un pochino più indietro. Si parla di settore giovanile e non di scuola calcio, quindi siamo già più avanti, e anche nel settore giovanile ci sono squadre un po' più avanti e altre un po' più indietro. La squadra contro quale abbiamo giocato noi evidentemente è un po' più indietro rispetto alla nostra. C'è una regola: quando scendiamo in campo si giova per 60 minuti, e quei 60 minuti vanno portati in fondo. Interrompere la partita per manifesta sconfitta o superiorità non ha senso. Quando si fa uno sport, si gioca per dare il massimo. Io vengo dal basket e quando ero bambino perdemmo una partita 120-6. L'anno dopo, contro la stessa squadra perdemmo di 40 punti, il terzo anno riuscimmo a perdere, sempre contro questa squadra, di un punto solo. Il calcio deve insegnare a vincere e a perdere. Dallo sport bisogna trarre delle lezioni, che sono quelle della vita. Se si perde in quel modo probabilmente c'è da lavorare un po' di più. Non è la prima volta che questa squadra perde così: ho visto risultati dove perdeva una partita 22-0, un'altra 24-0, quindi è una squadra che fa fatica”.

“Ho sentito – continua il dg dell'Affrico – che la loro squadra è fatta dagli scarti delle altre squadre. Penso che a nessun bimbo faccia piacere sentirsi dire queste cose. Non esistono scarti. Loro sono un gruppo di ragazzi che stanno facendo fatica, ma stanno continuando a giocare, ad impegnarsi, quindi onore e merito a loro. Posso confermare che da parte di nessuno c'è stato un atteggiamento di strafottenza o superiorità. Purtroppo queste cose capitano, sono capitate e capiteranno sempre”.

Di parere diverso invece Enrico Gabbrielli, coordinatore regionale del settore giovanile della Toscana: “Questo risultato è sicuramente uno dei più eclatanti degli ultimi anni. Quello che noi diciamo sempre ai nostri tecnici, anche se non c'è una linea guida di fermarsi o non fermarsi, è che dal punto di vista educativo tutto ciò non serve per chi vince e non serve per chi perde. Ci sono delle alternative, ad esempio mettere la partita a tema se ci sono differenze grosse. Secondo noi c'è la possibilità di non continuare a fare gol in maniera discriminante: cambiare i ruoli in campo, giocare a uno o due tocchi, insomma porre delle difficoltà ai ragazzi più avanti. Degli accorgimenti ci sono prima di arrivare a questi risultati eclatanti. Tra poco faremo anche degli incontri con le società per confrontarci anche su questi temi, per trovare delle soluzioni. Il calcio è diverso dagli altri sport, dove c'è un limite di punti, come la pallavolo ad esempio, dove comunque ci sono risultati eclatanti. Con questo non condanno gli istruttori, chiedo solo dove c'è un divario netto, di trovare delle difficoltà per i propri ragazzi per non arrivare a questi punteggi”.

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