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Cronaca

Ex Gkn, continua l'occupazione di Palazzo Vecchio: "Pronti a rimetterci anche la fedina penale"

Interviene il sindaco Nardella: “Borgomeo? Non è stato lasciato solo, nuovo piano industriale anche con eventuali altri investitori”

“E' necessario un nuovo piano industriale. Le risposte arrivate finora sono insoddisfacenti e generiche. Ci aspettiamo, senza condizioni, che l'azienda si renda disponibile ad accettare un confronto su un nuovo piano industriale, aprendo anche a nuovi eventuali investitori interessati alla riconversione dello stabilimento”.

Così nella tarda mattinata di oggi il sindaco Dario Nardella, rivolto a Francesco Borgomeo, amministratore delegato di QF, ex Gkn, dopo che una trentina di operai sta di fatto occupando, da ieri sera, l'aula del consiglio comunale.

Il sindaco ha incontrato i lavoratori per oltre un'ora. “Contestualmente alla ripartenza di una procedura per un nuovo piano industriale, ci aspettiamo che vengano messi in funzione tutti gli ammortizzatori sociali. Il governo si prenda i propri impegni e garantisca gli ammortizzatori sociali", chiede Nardella, replicando alle affermazioni di ieri dello stesso Borgomeo: “Non è mai stato lasciato solo”.

“Mi dispiace dirlo ma in questi mesi anche il ministero è stato troppo incerto e latitante. Ovviamente noi faremo la nostra parte come territorio perché si vada incontro alle esigenze dei lavoratori, perché quel sito deve assolutamente ripartire con un nuovo progetto produttivo”, aggiunge infine il sindaco.

Il primo cittadino chiede poi all'azienda di “rispettare in tutti i suoi aspetti l'accordo quadro firmato dalle organizzazioni sindacali con la nuova proprietà” e di “pagare ai lavoratori tutto ciò che è dovuto, in riferimento all'accordo”.

I lavori del consiglio comunale da ieri sera sono fermi grazie all'espediente trovato dal presidente del consiglio Luca Milani, che ha 'sospeso' i lavori, per evitare che l'azione degli operai risulti una effettiva “occupazione”.

“E' il momento dell'azione, è' una sfida che lanciamo alla classe dirigente di questo Paese. Siamo qua in carne e ossa, con stanchezza e fame, pronti a metterci il corpo e a rimetterci anche la fedina penale. Qua siamo e qua rimaniamo”, spiega Dario Salvetti, della Rsu e del Collettivo di Fabbrica, ribadendo l'intenzione di non restare ad oltranza a Palazzo Vecchio.

Una situazione di stallo, che vede protestare il vicepresidente del consiglio Emanuele Cocollini, del gruppo 'Centro'. “Quando arriverà il mio turno alla presidenza mi atterrò scrupolosamente al regolamento verificando il numero legale e, in sua assenza, dichiarando immediatamente chiusa la seduta”, avverte l'ex leghista. Facendo scattare un possibile sgombero dell'aula da parte delle forze dell'ordine.

“Sono assolutamente solidale con i lavoratori totalmente contrario alla violazione del regolamento, che ha di fatto permesso e legittimato l'occupazione del salone dei Duecento di Palazzo Vecchio. Un episodio gravissimo che lede le istituzioni e crea un precedente che difficilmente potrà essere sanato", scandisce Cocollini.

Alle 15:30 è convocata l'assemblea dei capogruppo, dopo la quale si potrà forse sapere qualcosa di più su quello che succederà. Gli operai, come detto, non sono intenzionati ad andare via senza impegni concreti sul loro futuro, nella totale incertezza ormai da 16 mesi.

Interviene anche il presidente della Regione Eugenio Giani. “Borgomeo sembrava essere un investitore, se vi sono delle difficoltà nel suo lavoro cercheremo altri interlocutori che possano rilevare l'azienda”, dice Giani a margine di un altro incontro con la stampa.

“Forse è il momento che qualcuno indaghi su Borgomeo e su quello che è venuto a fare in questo territorio. Ci sembra che ci sia un legame di ferro tra la vecchia (il fondo di investimento Melrose, ndr) e la nuova proprietà per lo svuotamento dello stabilimento e l'alleggerimento degli stipendi sul pubblico attraverso la cassa integrazione”, accusa Matteo Moretti della Rsu.

“Stiamo mettendo insieme le lettere per la messa in mora della Qf. Ad oggi è un atto dovuto”, fa inoltre sapere il Collettivo di Fabbrica.

Verso l'ora di pranzo arriva anche una nota dello stesso Borgomeo. “Ringrazio il sindaco, che insieme al presidente Giani hanno fatto quanto in loro potere. A Nardella riconosco di essere stato sempre molto vicino così come penso che il presidente Giani abbia mostrato interesse ed attenzione quando necessario. Purtroppo loro non hanno le leve per favorire una riconversione, che invece sono in mano ai ministeri e da loro attendiamo risposte a richieste di cassa integrazione, firmate anche dalle organizzazioni sindacali. L’azienda è assolutamente disponibile a qualunque confronto promosso dall’amministrazione comunale e della regione. Certo senza cassa integrazione e senza agibilità dello stabilimento, sarà difficile per chiunque provare a reinsediare lavoro e attività imprenditoriale in quella fabbrica. Da parte mia – conclude Borgomeo -, ci sarà sempre il massimo sostegno, sulla base di quanto mi verrà richiesto, per chi saprà trovare le giuste soluzioni”. La situazione resta in stallo. E Palazzo Vecchio resta occupato.

Palazzo Vecchio occupato, gli operai restano tutta la notte

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