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Cronaca

Ex Gkn, fumata grigia a Roma dopo l'occupazione della sede di Confindustria

Il tavolo è stato aggiornato al prossimo 3 novembre, la Cisl: "Non c'è piano industriale"

Si risolve con una fumata grigia, almeno per la Fim-Cisl, l'incontro di oggi al ministero del Lavoro sulla vertenza di Qf, l'ex Gkn di Campi Bisenzio. Sul tavolo la richiesta di cassa integrazione straordinaria, formalizzata il 6 ottobre scorso dalla società.

Il vertice, al quale ha preso parte in prima persona il proprietario Francesco Borgomeo, è stato aggiornato al 3 novembre. Al termine della riunione il sindacato nazionale dei metalmeccanici segnala, in una nota, che "pur non essendoci oggi, in mancanza di un piano industriale definito, le condizioni minime per un accordo, la Fim ha dato la disponibilità a proseguire il confronto al fine di provare a costruire il percorso per un rilancio industriale dell'azienda che possa garantire la salvaguardia di tutta l'occupazione".

Allo stato attuale, come ricorda l'organizzazione, sono 330 i dipendenti in organico. I lavoratori dallo scorso gennaio sono stati posti in cassa integrazione ordinaria, ma l'Inps non ha ancora autorizzato lo strumento.

Questa, secondo quanto riportato da Fim, sarebbe la principale motivazione che spingerebbe oggi l'azienda a chiedere l'accesso all'ammortizzatore sociale in via straordinaria. In ogni caso, un dato viene sottolineato dal sindacato rispetto alla linea tenuta finora dall'azienda: "Anche comprendendo la complessità della situazione nella quale si trova la nuova gestione dell'impresa- si legge ancora- la Fim ritiene che il mancato rispetto da parte di Qf degli impegni presi stia gravemente deteriorando l'importante patrimonio di fiducia, necessario al buon esito della vertenza".

Più dura la Fiom Cgil. “Si è svolto oggi l'incontro tecnico convocato dal Ministero del Lavoro sulla procedura di cassa integrazione avviata da QF. Anche oggi l'azienda ha avuto un atteggiamento poco costruttivo, a tratti provocatorio, ribadendo le stesse posizioni sul ruolo degli investitori e sull'agibilità dello stabilimento che da mesi vengono ribadite ai tavoli. La mancata presenza di Borgomeo all'incontro di ieri ha determinato sul tavolo tecnico di oggi l'assenza delle condizioni per poter discutere delle finalità dell'utilizzo dell'ammortizzatore sociale. Ragione per la quale abbiamo chiesto di sospendere il tavolo tecnico e di convocare un tavolo di confronto al Mise. Occorre mettere un punto sulla vicenda e ripartire, sapendo che provocazioni e minacce possono solo che aumentare la determinazione a trovare una soluzione concreta e solida di rilancio industriale del sito e di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori", dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per Fiom-Cgil, Stefano Angelini della Fiom-Cgil di Firenze.

L'occupazione della sede di Confindustria

Ieri a Firenze gli operai avevano occupato per alcune ore la sede di Confindustria in via Valfonda, dopo che la proprietà di Qf non si era presentata all'incontro convocato dalla Regione assieme a sindacati ed Rsu.

"Questo pomeriggio Qf non si è presentata alla riunione da noi convocata d'intesa con Mise e Ministero del lavoro, si è detta impossibilitata a partecipare. L'incontro voleva mettere le basi per la riapertura di un dialogo fra le parti, che come noto è mancato in queste settimane", le parole di Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali di Eugenio Giani, che aveva convocato l'incontro per fare il punto sulle attuali situazioni di Qf e soprattutto agevolare l'incontro delle parti, essenziale alla procedura per la cassa integrazione straordinaria. "L'obiettivo rimane comunque la reindustrializzazione del sito", secondo le parole di Fabiani. "E' arrivata la convocazione in presenza a meno di 12 ore ed era tecnicamente impossibile essere presenti", ha replicato Francesco Borgomeo, patron di Qf Spa.

La richiesta di uscire da 'Iris Lab'

Intanto la stessa Qf, la società che è subentrata all'ex Gkn, ha chiesto di uscire 'Iris Lab', il consorzio per la ricerca di cui fanno parte Itema, Bonfiglioli, Lafert, Gruppo Sumitomo, Faist Electronics.

"Al momento - si spiega da Qf -, non ci sono passi avanti e non ci sono le condizioni per il consorzio di insediarsi su Firenze. Qf non ha interesse ad investire in altre località, mentre il consorzio ha altri interessi in tutta Italia. Qualora però sulla vicenda fiorentina e su Qf ci fossero le condizioni di sicurezza per poter far partire il piano, ovvero la cassa integrazione e agibilità del piano di rilancio, ovviamente torneremo a dialogare con il consorzio, ma non solo".

Salvetti: "Raggiro del territorio"

"L'incontro di domani (oggi, ndr) rischia di essere il completamento finale di un raggiro del territorio, di questa fabbrica e di questa vertenza. Si discuterà di un ammortizzatore sociale senza piano industriale. Di fatto - spiegava ieri al presidio di via Valfonda ai giornalisti Dario Salvetti, portavoce del Collettivo di Fabbrica e membro della Rsu dell'ex Gkn - lo stabilimento è tenuto in ostaggio ed è sull'orlo del baratro. Non siamo a un fallimento tecnico, ma quasi perché non abbiamo sentore di volumi produttivi. Che si cerchi di concedere una cassa integrazione in deroga e retroattiva a Borgomeo è anche premiare quello che è un raggiro. La cassa non deve essere firmata a queste condizioni".

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