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Cronaca

Gkn, il ministro del Lavoro Orlando: "Rischio far west, non si licenzia per mail"

La viceministra dello sviluppo economico Alessandra Todde: "Il tavolo di crisi sarà a Firenze in presenza"

Sul caso Gkn di Campi Bisenzio è nuovamente intervenuto oggi, ai microfoni di Rainews24, il ministro del lavoro Andre Orlando (Pd). Alla domanda su un rischio 'far west', dopo che il fondo inglese Melrose proprietario della fabbrica ha licenziato in tronco 422 lavoratori (senza contare l'indotto), il ministro non ha avuto dubbi.

"Sì, questo lo rischiamo per diverse ragioni", ha detto Orlando. In primis "per il metodo, perché chi opera in Italia deve rispettare le regole del nostro Paese, non si licenzia per mail (come fatto da Melrose, ndr) o per whatsapp".

"Guarderemo bene i casi anche per capire le motivazioni addotte ma con la cessazione d'attività anche il blocco dei licenziamenti non avrebbe impedito questo passo", ha aggiunto Orlando, che aveva già parlato di "modalità inaccettabili" e che ha aggiunto che dovranno essere modificate alcune regole.

Italia - Inghilterra in fabbrica tra gli operai licenziati / VIDEO

Tavolo di crisi in presenza a Firenze

Nel frattempo si viene a sapere che il tavolo del ministero per lo sviluppo economico sulla vertenza della Gkn si terrà giovedì 15 luglio in presenza, presso la prefettura di Firenze, come aveva richiesto l'assemblea dei lavoratori. Non in videoconferenza, come inizialmente previsto. Lo ha annunciato la viceministra Alessandra Todde (M5S) spiegando che "dopo aver sentito le parti e la prefettura, ho deciso di convocare il tavolo Gkn direttamente a Firenze".

Nardella: "Ci aspetta un autunno caldo"

"La viceministra Todde e il ministro Orlando seguono con grande attenzione la vicenda. Ho parlato anche con il presidente Giani. La prima richiesta è che si sospenda la procedura di licenziamento collettivo, che è davvero inaccettabile per i tempi e per i modi. Non possiamo e non dobbiamo mollare, perché ci aspetta un autunno caldo: se si abbassa la guardia e si lascia perdere quello che sta succedendo qui si può determinare un precedente gravissimo. Un messaggio a chiunque voglia andarsene senza batter ciglio, spostarsi in un altro Paese da un giorno all'altro. La partita di Campi Bisenzio è di tutto il Paese: il governo l'ha capito, ma ora bisogna passare dalle parole ai fatti", ha detto ieri il sindaco di Firenze e della Città metropolitana Dario Nardella, visitando lo stabilimento.

Fatti concreti, d'altro canto, e non solo passerelle, li chiedono anche i lavoratori, che non a caso tra gli striscioni appesi ai cancelli della fabbrica ne hanno appeso uno con su scritto 'Più tutele, meno passerelle. Blocco dei licenziamenti subito'.

Rabbia operaia: "Vite in frantumi con un click"

Calosi (Fiom-Cgil): "Ora atti concreti"

Anche i sindacati, che potrebbero molto presto indire uno sciopero a livello metropolitano ma forse anche toscano se non nazionale, chiedono di passare dalla parole ai fatti.

"A questo punto la politica deve tradurre questa solidarietà in atti concreti, anche legislativi, per impedire a questa azienda di fare quello che fa. Bene le parole di Letta sabato ('Se questo è l'andazzo rivedere le norme sulla fine del blocco ai licenziamenti', ndr). Si potrebbe, attraverso un decreto, evitare che si proceda con i licenziamenti", chiede Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil di Firenze.

Tozzi (Lega): "Giunta si dimostra incapace"

Sulla vicenda Gkn le opposizioni attaccano. "Ancora una volta, i lavoratori toscani si ritrovano a pagare sulla propria pelle la mancanza di una seria programmazione e pianificazione industriale da parte del governo regionale. Electrolux, Bekaert, Gkn: la lista, solo per restare nel Fiorentino, è lunga ma né l'assessore regionale alle politiche sociali né l'assessore al lavoro sono stati in grado, nei mesi scorsi, di individuare per tempo le iniziative da intraprendere in vista delle criticità, ampiamente previste, che si sarebbero concretizzate a inizio estate sul fronte occupazionale. Dallo sblocco dei licenziamenti alla questione sfratti, la purtroppo prevedibile bomba sociale è esplosa, deflagrando addosso a una giunta che si è dimostrata del tutto incapace a disinnescarla, né basterà qualche passerella politica davanti a un'altra fabbrica che muore, per cancellarne l'inettitudine", le parole della consigliera regionale della Lega Elisa Tozzi, che si scaglia contro la giunta guidata da Eugenio Giani.

Giani: "Nuove leggi e sanzioni forti per chi non le rispetta"

"Non si può pensare che prima si compra, poi si distrugge e successivamente si riutilizza quel sito in un'altra forma magari usando le stesse tecnologie con gli operai a casa. Non solo eticamente, ma concretamente non è concepibile. Mi attiverò anche con le altre Regioni per arrivare a una legislazione nazionale sui fondi di investimento, detentori di pacchetti di maggioranza di attività produttive, che preveda delle adeguate sanzioni laddove accadano fatti di questo genere. Con limitazioni alla attività dei fondi sul nostro territorio. Lo abbiamo visto prima con la Bekaert, ora lo vediamo con Melrose, il fenomeno sta manifestandosi in più occasioni. Occorre proteggerci anche con una legislazione. E' un campanello d'allarme di una situazione che rischia di vederci sempre di più di fronte soggetti eterodiretti. Dobbiamo anticipare le loro mosse costruendo una legislazione, ad oggi piuttosto flebile, in grado di imporre codici e procedure etiche che se non vengono rispettate facciano sanzioni fortissime. In modo così da creare una deterrenza", aveva detto lo stesso presidente della Regione Eugenio Giani, nei giorni scorsi anche lui in visita tra gli operai.

Torselli (Fdi): "Giani e Nardella piangono sul latte versato, battano i pugni a Roma"

“Quando Giani e Nardella saranno impegnati al tavolo di giovedì assieme al viceministro Todde per la questione Gkn, è bene che battano i pugni affinché il loro governo si impegni a proteggere gli asset strategici del Paese. Quanto avvenuto a Campi Bisenzio è gravissimo: non si possono licenziare 422 persone con un click. Si tratta però della conseguenza di un sistema-Paese che non regge più. Da decenni denunciamo il fatto che in Italia le multinazionali possono venire a fare quello che vogliono, sfruttando il know how delle nostre maestranze. E' ridicolo che Giani e Nardella parlino soltanto adesso nella necessità d modificare la legge nazionale, è come piangere sul latte versato. Che cosa ha intenzione di fare il Mise per un asset strategico come quello dell'automative affinché un caso Gkn non si verifichi ancora? Ci auguriamo che il settore automobilistico non faccia la fine di quello dell'acciaio che attende risposte concrete da parte della politica ma che negli anni ha solo ricevuto vane promesse. Sono passati quattro giorni dalla notizia del licenziamento in blocco, e non si sono ancora fatti sentire i vertici di Fiat, il gruppo per cui lavora prevalentemente lo stabilimento di Campi Bisenzio. Vorremo ricordare agli Elkan che, nonostante la sede della loro società non sia più in Italia, devono molto al nostro Paese e che dovrebbero mobilitarsi per il futuro dei 422 lavoratori di Gkn”, le parole di Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano.

Cremaschi (Potere al Popolo): "La multinazionale paghi per quello che ha fatto"

"Le lavoratrici e lavoratori di Gkn sono preparatissimi, intelligenti e generosi. Non lottano solo per il loro sacrosanto posto di lavoro ma per tutte e tutti le lavoratrici e i lavoratori minacciati in questi giorni di finire in mezzo a una strada. Lo diciamo con chiarezza perché le chiacchiere e gli imbrogli sono a zero. Questa vertenza si può chiudere in un solo modo: con la riapertura dello stabilimento e la salvaguardia di tutti i posti di lavoro. Non sono fallimentari ricerche di reindustrializzazioni, o nuove proprietà o assistenzialismo che salvano la Gkn. Ma la presa di coscienza che la multinazionale deve essere costretta a pagare per quello che ha fatto. Quindi il Governo, che ha già la responsabilità con lo sblocco dei licenziamenti di aver dato via libera a un massacro sociale, deve intervenire direttamente requisendo d'urgenza lo stabilimento, come consentito dall'articolo 42 della Costituzione, e costringendo attorno a un tavolo la multinazionale e il principale suo committente, il gruppo Stellantis (ex Fca/Fiat), a garantire la piena continuità produttiva. Se questo non dovesse avvenire, dovrà essere lo Stato stesso ad assumere la responsabilità e la gestione dello stabilimento, come per altre realtà industriali si sta facendo", dichiarano per Potere al Popolo Giorgio Cramaschi, del coordinamento nazionale, e Francesca Conti, coordinatrice fiorentina, dopo la visita alla fabbrica.

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