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Cronaca

Gkn, un'altra fumata nera: l'azienda chiude la porta al ritiro dei licenziamenti

La proprietà apre alla cassa integrazione, ma è muro contro muro con i sindacati: "Non accetteremo la cessazione dell'attività"

E' ancora muro contro muro fra azienda e sindacati sulla vertenza Gkn. Che ha fatto registrare un'altra fumata nera nel tentativo di far ritirare i 422 licenziamenti all'azienda di Melrose.

All'incontro con il Ministero del Lavoro, il Mise e la Regione Toscana la Gkn ha messo sul tavolo la cassa integrazione ma non ha ritirato i licenziamenti, condizione chiesta dai sindacati. Sarà dunque il giudice del lavoro a valutare, il 9 settembre prossimo, se ci sia stato comportamento antisindacale da parte dell'azienda, che nel frattempo ha dato disponibilità alla riconversione dello stabilimento.

"La decisione della Direzione aziendale di Gkn di chiudere il sito di Firenze purtroppo non è cambiata. Solo una azione istituzionale forte può a questo punto dare una svolta alla vertenza", hanno spiegato Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, e Davide Materazzi, segretario della Uilm di Firenze.

"La dichiarata disponibilità aziendale a fare ricorso alla cassa integrazione per chiusura per qualche mese - aggiungono i sindacalisti della Uilm - attesta difatti che si persevera nella scellerata decisione di cessare l'attività, né il riferimento a possibili reidustrializzazioni ha alcun significato concreto, per la sua assoluta genericità e aleatorietà. Come sindacato non possiamo certo accontentarci di posticipare di pochi mesi i licenziamenti, piuttosto è nostro dovere provare a salvare i posti di lavoro".

"Sulla vertenza - concludono Ficco e Materazzi - speriamo che possano influire due interventi istituzionali, che potenzialmente hanno una portata generale molto importante: innanzitutto l'annunciata legge che dovrebbe scoraggiare le chiusure aziendali, inoltre le politiche di settore per l'automotive anche esse più volte annunciate".

La Fiom ha ribadito che "non accetterà nessuna soluzione che ruota intorno alla cessazione di attività perché ci sono tutte le condizioni per la continuità produttiva e occupazionale. La trattativa non è ancora realmente partita perché l'azienda non ha tolto dal tavolo i licenziamenti come pregiudiziali a qualsiasi negoziato".

Per i sindacalisti "è necessario aprire un confronto urgente e libero eliminando il ricatto occupazionale. Chiediamo alle istituzioni nazionali e territoriali di continuare nel sostegno della vertenza e nel supporto dei lavoratori chiedendo il ritiro della procedura a l'attivazione della cassa ordinaria. Il confronto amministrativo si è chiuso con la dichiarazione inviata dalla Fiom alle istituzioni e all'azienda e con l'impegno dei ministeri competenti di riconvocare il tavolo in presenza per continuare il confronto".

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